Pensioni, Ape e Fondo Pmi già nel mirino delle Camere
Al Senato il confronto parlamentare sulla manovra comincerà soltanto nella seconda metà di novembre, dopo il tradizionale ciclo di audizioni. D’altra parte il testo non è ancora arrivato a Palazzo Madama. Ma le forze politiche stanno già studiando i possibili pacchetti di emendamenti su cui spingere. Anche se la dote di partenza per le modifiche appare risicata: non più di 500 milioni. Uno dei capitoli su cui si concentrano le attenzioni dei gruppi parlamentari è quello delle pensioni. La partita dei correttivi alla manovra si incrocerà, tra l’altro, con quella del tavolo promesso da Mario Draghi ai sindacati per studiare un intervento organico, comunque nel solco del sistema contributivo, che possa scattare dal 2023. Per il prossimo anno la strada è già tracciata: Quota 102, con proroga di Opzione donna (che, dopo il ripensamento del governo, resta utilizzabile con 35 anni di contributi e 58 anni d’età, 59 per le lavoratrici autonome, senza far salire la soglia anagrafica a 60 anni) e dell’Ape sociale in versione estesa ad altre 8 categorie di lavori gravosi. E proprio un ulteriore allargamento alle donne e a nuove mansioni gravose del perimetro dell’Anticipo pensionistico sociale così come di quello per le uscite anticipate dei dipendenti delle Pmi, al momento limitato a quelle in crisi, sono in cima alle priorità di Pd e Lega.
I pacchetti di ritocchi saranno affinati nei prossimi giorni con un lavoro congiunto dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, che guardano anche al confronto sulla previdenza tra governo e parti sociali. Un tavolo che secondo Cgil, Cisl e Uil dovrebbe scattare immediatamente senza attendere il 2022. E allo stesso modo la pensa il Pd. «Subito il tavolo con parti sociali», dice la presidente Dem della commissione Lavoro della Camera, Romina Mura. Che aggiunge: «In Parlamento lavoreremo per un ulteriore ampliamento dell’Ape sociale a donne e ad altri lavori gravosi».
Anche il Carroccio, in qualche modo, non è intenzionato a perdere di vista i possibili sviluppi del confronto tra governo e parti sociali. «Finché non si divideranno l'assistenza dalla previdenza nel nostro Paese sarà impossibile parlare di riforma previdenziale perché i numeri sono falsati», afferma per la Lega il sottosegretario al Lavoro, Tiziana Nisini, non senza aver prima ribadito che la priorità resta quella di mantenere in questa fase Opzione donna con i requisiti 2021. E non è da escludere che vari gruppi parlamentari possano premere per prolungare la durata della misura oltre il 2022, magari con l’obiettivo di renderla strutturale. In ogni caso sulla “salvaguardia pensionistica” delle lavoratrici si sta formando una maggioranza trasversale. Queste ipotesi si scontrano però con lo scoglio delle esigue risorse disponibili. E lo stesso scoglio si presenta al cospetto dell’estensione a tutti i lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti del Fondo per le uscite anticipate, voluto dalla Lega. «Bene il fondo istituito al Mise per i lavoratori delle Pmi in crisi che potranno uscire dal mondo del lavoro a 62 anni», afferma Nisini aggiungendo: «È da questo che dobbiamo partire estendendolo a tutte la Pmi».
Tra le altre proposte di modifica che spunteranno al Senato ci potrebbe essere quella di una “norma di principio” per aprire la strada alla pensione di garanzia per i giovani, che rappresenta un’altra delle priorità indicate da Pd, Leu, M5S e sindacati e che sarà uno dei piatti forti del tavolo governo-parti sociali. Che si dovrà occupare del dopo Quota 102. «Quota 102 andava fatta prima, si sapeva che sarebbe arrivato uno scalone di 5 anni», ha detto a La7 il presidente della commissione parlamentare di controllo degli enti previdenziali, Tommaso Nannicini (Pd). Che ha sottolineato: «Bisogna cambiare completamente priorità rispetto a Quota 100». E ha aggiunto: «Dobbiamo mettere una pensione di garanzia per i giovani con carriere discontinue, canali di uscita strutturali come quota 92 per disoccupati, lavori gravosi. Tutti gli altri, se vogliono la flessibilità, se la pagano».