Contrattazione

In Ubi Banca crescita costante, ogni accordo un tassello

di Cristina Casadei

«Abbiamo alimentato la crescita costante del Welfare inteso nelle più ampie forme di servizi fruibili dal personale. Grazie anche agli accordi con le organizzazioni sindacali e date le agevolazioni introdotte dalle norme fiscali e previdenziali, la Banca ha così assecondato il crescente interesse dei dipendenti per forme alternative e di valorizzazione anche economica dei premi di produttività e del sistema incentivante». Mario Napoli, responsabile delle risorse umane del gruppo UBI Banca, quasi 22mila lavoratori in organico, racconta il welfare come un aggiornamento continuo. L’attenzione alla salute dei dipendenti e delle loro famiglie si sostanzia nell’assistenza sanitaria integrativa di cui usufruiscono tutti i lavoratori: il pacchetto maternità viene considerato tra gli aspetti più qualificanti. Negli ultimi rinnovi sono state introdotte anche polizze assicurative collettive contro il rischio di morte o di invalidità permanente da infortunio, sia professionale sia extra-professionale, e polizze Temporanee Caso Morte. Di pari passo con lo sviluppo della sanità integrativa il gruppo ha attivato piani di previdenza complementare attraverso fondi pensione interni o esterni, con una contribuzione della banca che è stata definita nell’ambito dei contratti integrativi aziendali. Alla previdenza integrativa, i lavoratori possono destinare una quota della loro retribuzione per se stessi o per i familiari che sono fiscalmente a carico. Il secondo livello, oggi, nel gruppo pesa per circa l’8% del costo del personale.

Accanto ai due pilastri rappresentati da sanità e previdenza negli anni si sono statificati permessi retribuiti oltre i limiti di legge per l’assistenza familiare, in particolare per ricovero urgente o per familiari disabili, la nascita o l’adozione di figli e il loro inserimento al nido. Contributi economici dedicati alle famiglie monoreddito o con persone disabili e liberalità per matrimoni, nascite e adozioni, lauree e borse di studio per i figli studenti. E poi c’è il cosiddetto pacchetto giovani che prevede una maggior contribuzione a carico della Banca per il finanziamento della loro previdenza complementare per i primi 5 anni di vita aziendale o agevolazioni finanziarie per l’acquisto della prima casa entro 10 anni dall’assunzione.

Il sostegno alla famiglia è avvenuto, tra l’altro, attraverso asili nido aziendali, ma anche proposte ricreative estive per i figli dei dipendenti. O il bus navetta aziendale per gli spostamenti casa lavoro da e per le sedi a maggiore concentrazione di personale. E poi attraverso periodi di congedi/flessibilità di orario, che prevedono la possibilità per i lavoratori di beneficiare di un periodo di congedo di durata variabile, da una sola giornata fino ad un intero anno, ricevendo la retribuzione pari al 40%. O lo sviluppo dello smart working che si può fare fino a un massimo di 10 giorni al amese e coinvolge,ad oggi, circa 400 lavoratori. Questo strumento ha dato la possibilità di svolgere il proprio lavoro in spazi condivisi sui diversi poli, in sedi diverse da quella assegnata, incluso il domicilio, riducendo i tempi e le distanze per andare al lavoro.

Gli ultimi accordi hanno infine consentito di spendere quote della retribuzione variabile in beni e servizi: dalle spese di educazione come rette, tasse e iscrizioni scolastiche all’assistenza agli anziani o disabili. Oltre a tutte le prestazioni in ambito ricreativo o al versamento al fondo pensione complementare.

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