ApprofondimentoRapporti di lavoro

La progressione professionale dei lavoratori stranieri e i rischi di discriminazione

di Stefano Malandrini

N. 42

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Con la crescente attenzione posta sulle tematiche ESG, a seguito delle direttive UE in corso di implementazione, sta diventando un argomento di crescente interesse per le aziende la progressione professionale dei lavoratori stranieri, intesa come crescita della retribuzione e dell'inquadramento attraverso il percorso di carriera sviluppato in azienda; presentiamo degli accorgimenti utili per garantire l'assenza di discriminazioni

Il quadro normativo

La tutela antidiscriminatoria dei lavoratori stranieri è ampiamente disciplinata dalla normativa vigente, che analogamente a quanto avvenuto per il tema della parità di genere ha progressivamente composto un quadro di regole oramai particolarmente esteso ed articolato, complessivamente finalizzato a prevenire e sanzionare eventuali comportamenti discriminatori relazionati al rapporto di lavoro, anche in riferimento alle specifiche dinamiche dello sviluppo professionale.

Si tratta di una produzione...

  • [1] Cfr. ex plurimis Cass. n.6576 del 5 aprile 2016 e Cass. n.1 del 2 gennaio 2020.

  • [2] La diffusione di policy aziendali antidiscriminatorie è infatti stimolata dalle disposizioni della Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) – UE/2464/2022

  • [3] La circ. INL (Ispettorato nazionale del lavoro) n.4 del 10 agosto 2022 prevede infatti che i contratti e i documenti aziendali, in alternativa alla consegna, possano essere "messi a disposizione secondo le modalità di prassi aziendale".

  • [4] Sanzione amministrativa variamente articolata, che può arrivare a 5.000 euro con esclusione del pagamento in misura ridotta.

  • [5] La quale peraltro, qualora "non derivi direttamente dalla modifica di disposizioni legislative o regolamentari, ovvero dalle clausole del contratto collettivo", deve essere oggetto di un supplemento di informazione scritta ai sensi dell'art.3 del D.Lgs. n.152 del 26 maggio 1997.

  • [6] Il riferimento è ai documenti, variamente denominati, pubblicati dal datore di lavoro per esplicitare sia internamente (dipendenti e collaboratori) che esternamente (clienti, fornitori, altri soggetti che si relazionano con l'impresa) i valori sociali ai quali è ispirata la c.d. politica aziendale.

  • [7] Gli standard finalizzati ai reporting di sostenibilità correlati alla Direttiva CSRD, elaborati dall'EFRAG (European Financial Reporting Advisory) e di contenuto sociale (in particolare gli standard S1 ed S2), valorizzano l'adozione dei codici etici ai fini dell'assolvimento degli obblighi di rendicontazione aziendale, stimolandone la diffusione.

  • [8] Vedasi nota 7