Previdenza

Opzione donna, governo al lavoro sul restyling con stop alla variabile figli

Impegno del ministro Calderone per la revisione di questo meccanismo

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di Marco Rogari

Appare più vicina la soluzione del rebus del nuovo restyling di Opzione donna. Almeno stando alle parole pronunciate dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, dopo la cerimonia al Quirinale per l’8 marzo: «stiamo lavorando, il ministero ha fatto più proiezioni, le ha già mandate anche al Mef in modo che sia possibile determinare i costi delle possibili modifiche». Con cui, tra l’altro, dovrebbe essere bloccata la cosiddetta «variabile figli» prevista nell’ambito della stretta introdotta dall’ultima legge di bilancio: «è una delle ipotesi», ha confermato Calderone. La manovra ha alzato a 60 anni la soglia anagrafica per l’uscita con lo sconto di un anno in presenza di un figlio e di due anni con più figli e ha limitato l’accesso a questo canale pensionistico solo ad alcune categorie di lavoratrici (caregiver, invalide civili, “licenziate”). Ma Calderone si è impegnata a rivedere questo meccanismo. Tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di una proroga secca (da aprile o da luglio) dei requisiti 2022 (uscite con 35 anni di versamenti e 58 anni d’età , che salgono a 59 per le “autonome”) . Ma, al momento, la soluzione con più chance sembra essere quella di un’uscita a 59 anni (sempre da aprile o da luglio) per tutte le lavoratrici, consentendo il pensionamento a 58 anni a caregiver, invalidi civili e “licenziate”. La stessa Calderone ha detto ieri che «potrebbe essere utile» unificare l’età di uscita di lavoratrici dipendenti e autonome. Ma resta da sciogliere il nodo delle risorse disponibili. «Spero di avere risposte a breve», ha detto il ministro.

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