Politiche attive

Orientamento scolastico, nelle 30 ore integrabili i corsi di atenei e Afam

Via libera del ministero dell’Istruzione al loro utilizzo nell’ultimo triennio della secondaria superiore

di Gianni Bocchieri

Con circolare del 3 marzo scorso, il ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) ha chiarito che i corsi di 15 ore organizzati dalle Università e dalle Afam, attraverso la linea di investimento 1.6 – “Orientamento attivo nella transizione Scuola – Università” della Missione 4, Componente 1 del Pnrr a titolarità ministero dell’Università e Ricerca (Mur), possono integrare le 30 ore di orientamento curriculare previste dalla Linee guida emanate a fine dicembre dell’anno scorso (Decreto Mim 328/2022), in abbinata con la modifica della legge di bilancio alla previgente disciplina dell’orientamento formativo e professionale (Dlgs 21/2008).

L’attività di orientamento di 30 ore è ora estesa in tutte le classi della scuola secondaria di primo grado (la vecchia scuola media) e nel primo biennio delle scuole secondarie di secondo grado, da svolgere in orario curriculare o extracurricolare. Mentre nel triennio finale delle scuole secondarie di secondo grado le attività di orientamento dovranno essere articolate solo in moduli curricolari di almeno 30 ore per ogni anno scolastico.

Secondo la circolare Mmi, le 15 ore di orientamento di Università e Afam, finanziate dal Pnrr, possono essere svolte sia in modalità curriculare, sia extra curriculare. La precisazione conferma che le istituzioni scolastiche potranno comprendere queste 15 ore nelle 30 ore curriculari dell’ultimo triennio della secondaria superiore, in modo da realizzare la migliore sinergia tra le iniziative proposte dalle stesse Università e Afam con le altre iniziative da realizzare nelle 15 ore residue.

L’obiettivo è valorizzare l’orientamento come processo condiviso, reticolare e co-progettato con una pluralità di attori, per accompagnare la transizione dei giovani verso il proseguimento degli studi nella formazione terziaria superiore.

Come ulteriore elemento di raccordo e convergenza tra le misure previste nel Pnrr di competenza Mim e Mur, la circolare ricorda che le Linee guida per l’orientamento prevedono l’integrazione dei moduli curriculari di orientamento formativo con i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), frequentemente realizzati in collaborazione con le Università e le istituzioni Afam, allo scopo di migliorare l’efficacia dei percorsi orientativi negli ultimi tre anni della scuola secondaria di secondo grado.

Dal prossimo anno scolastico 2023/2024 le istituzioni scolastiche potranno quindi adottare una programmazione oraria degli insegnamenti coerente con la modulazione delle attività, tra attività didattiche e attività di orientamento, curriculari ed extracurriculari.

Le risorse del Pnrr destinate a corsi di orientamento di Università e Afam ammontano a 250 milioni per gli anni accademici dal 2022/2023 al 2025/2026. Finora sono stati ripartiti solo i primi 50 milioni per l’anno 2022/2023 (Dm 3 agosto 2022) assegnati agli atenei in proporzione ai targets loro attribuiti in termini di numero di alunni, di corsi e di accordi da sottoscrivere con le scuole, calcolati in base ai dati e alle scadenze fissate dallo stesso Pnrr. A giugno 2026 dovranno essere stati sottoscritti almeno 6mila accordi con le scuole (target M4C1-00-ITA-29) ed erogati almeno 50mila corsi (M4C1-00-ITA-28).

Le Università più attive hanno già concluso accordi con le istituzioni scolastiche, anche attraverso la regia degli Uffici scolastici regionali, per somministrare agli alunni iscritti agli ultimi 3 anni della scuola secondaria superiore di secondo grado, percorsi di orientamento di 15 ore in modalità curricolare o extracurricolare, anche a distanza purché per almeno due terzi in presenza.

Quantomeno per il triennio della scuola secondaria superiore, l’ultimo intervento del Mim va nella direzione di far diventare l’orientamento attività didattica curriculare avvalendosi del supporto del “docente tutor” e degli strumenti dell’e-portfolio (registro elettronico degli apprendimenti personalizzati) e dei campus (reti di coordinamento tra scuole e centri di formazione professionale).

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