Politiche attive

Sulle politiche attive stop all’Anpal. Funzioni tutte al ministero del Lavoro

Trasferite a via Flavia risorse strumentali, finanziarie e i 202 dipendenti dell’Agenzia

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di Giorgio Pogliotti

Il governo cancella l’Anpal, riportando le funzioni dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro al ministero del Lavoro, ripristinando di fatto la situazione prima del Jobs act del 2015. Nella bozza del Dl sulla Pa, oggi all’esame del Cdm, è prevista la soppressione dell’Agenzia in contemporanea con l’adozione di un Dpcm che conterrà il regolamento di organizzazione del ministero del Lavoro, dove il precedente ministro, Andrea Orlando ha ripristinato la Direzione generale politiche attive del lavoro.

È previsto il trasferimento al ministero del Lavoro di risorse strumentali, finanziarie e degli stessi 202 dipendenti dell’Agenzia soppressa, ma la parte più consistente degli organici, appartenenti al comparto ricerca (135), torneranno all’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (l’ex Isfol dal quale provenivano nel 2015). La procedura in realtà è più complessa, perché trattandosi di personale specializzato che potrà servire per la gestione delle politiche attive del lavoro, lo stesso decreto prevede che un contingente del comparto ricerca che tornerà in Inapp potrà essere utilizzato dal ministero del Lavoro attraverso apposite convenzioni.

Tra le funzioni esercitate dall’Anpal, che verranno trasferite al ministero del Lavoro, c’è anzitutto la gestione del programma di politiche attive del lavoro Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori) che tra risorse del Pnrr e del programma React Eu ha una dote di 4,9 miliardi complessivi. Tra gli obiettivi previsti dalla Missione 5 del Pnrr c’è entro il 2025 il coinvolgimento di 3 milioni di beneficiari di Gol in servizi di politica attiva del lavoro, di cui 800mila in attività formative. Gol è attuato da Regioni e Province autonome in base dei Piani regionali (Par) approvati da Anpal. Inoltre l’Agenzia coordina il Fondo sociale europeo in Italia; per avere un ordine di grandezza per il programma nazionale destinato a giovani, donne e lavoro sono previsti 5,1 miliardi in totale (tra quote comunitarie e nazionali) per il 2021-2027. Tra gli strumenti finanziati dal Fse c’è il Fondo nuove competenze che consente alle imprese, tramite accordi collettivi aziendali, di adeguare le competenze dei lavoratori, destinando parte dell’orario alla formazione. Il Fondo si fa carico di pagare le ore di stipendio del personale in formazione, con i contributi dello Stato e del Fse-Pon Spao, gestito appunto da Anpal. È l’Agenzia a pubblicare gli avvisi con termini e modalità per presentare le domande e i loro requisiti (l’ultimo è finanziato con 1 miliardo), a valutarle, monitorando l’andamento. Vale la pena ricordare che dopo le polemiche sulla gestione da parte dell’ex presidente Mimmo Parisi - il professore del Misssissippi fortemente voluto dall’ex ministro Di Maio - il 7 giugno del 2021 l’allora ministro Orlando ha nominato come commissario straordinario dell’Anpal Raffaele Tangorra, facendo decadere in un solo colpo presidente, direttore generale e Cda.

Tra le novità del decreto, a decorrere dalla soppressione di Anpal, è previsto che Anpal Servizi Spa assuma la denominazione di LavorItalia Spa. In base al decreto è la società in house del ministero del Lavoro, delle regioni e delle province autonome per le materie del lavoro e delle politiche sociali. Inoltre sarà il ministero del Lavoro a esercitare in via esclusiva la vigilanza e il controllo sulla società, e a proporre gli indirizzi generali alla Conferenza Stato Regioni. Cambia anche la governance: il Cda oggi a tre componenti sarà composto da cinque membri, di cui uno nominato su designazione della Conferenza Stato Regioni.

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