Politiche attive

Reddito di cittadinanza ridotto a otto mesi e corso di formazione per gli «occupabili»

Per chi sottoscrive il patto di servizio personalizzato in arrivo anche obblighi più stringenti per la riqualificazione

di Gianni Bocchieri

Sono diverse le novità relative alla disciplina del reddito di cittadinanza (Rdc) contenute nel disegno di legge di Bilancio per il 2023, a partire dalla sua abrogazione a partire dal 1° gennaio 2024, in vista della preannunciata riforma organica delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva.

Ispirate tutte a rafforzare i principi di attivazione e i meccanismi di condizionalità, la prima importante novità riguarda la differenziazione dei percorsi di fruizione del reddito di cittadinanza per le diverse platee di beneficiari, con l’introduzione di una specifica disciplina per chi ha tra i 18 e i 59 anni, a partire dal 1° gennaio 2023.

Si tratta dei cosiddetti percettori «occupabili», tenuti sottoscrivere il patto di servizio personalizzato già secondo la previgente disciplina e che ora dovranno anche partecipare, obbligatoriamente, a un corso di formazione o di riqualificazione professionale per sei mesi, pena la decadenza dal beneficio. La relazione tecnica della legge di Bilancio precisa che si tratta di percorsi già previsti – ad esempio, con il programma Gol – senza nuovi stanziamenti di risorse.

Sono esenti da questo nuovo obbligo di partecipazione semestrale a corsi di formazione i beneficiari di reddito di cittadinanza «occupabili» appartenenti a nuclei familiari con minorenni, persone con disabilità e anziani con almeno 60 anni.

Per questa platea di beneficiari «occupabili», stimabile, secondo l’Inps, in 404mila nuclei familiari, pari al 39% del totale (1.039.000) che nell’ultimo anno hanno fruito del reddito di cittadinanza, la durata del Rdc si riduce da 18 mensilità rinnovabili a otto mensilità: è questa la seconda rilevante della manovra di bilancio.

La terza riguarda l’introduzione di una condizionalità più stringente per questa nuova platea di beneficiari sottoscrittori del patto di servizio personalizzato. Più precisamente, è prevista la decadenza dal reddito di cittadinanza a fronte di mancata partecipazione alla formazione obbligatoria e al primo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua, anziché alle due attualmente previste. A questo scopo, le Regioni dovranno trasmettono all’Anpal gli elenchi di chi non rispetta l’obbligo di frequenza dei percorsi formativi.

La quarta novità riguarda il mantenimento del Rdc nel caso di stipula di contratti di lavoro stagionale o intermittente, con la previsione per cui il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico, nel limite massimo di 3mila euro lordi annui.

Un’altra modifica riguarda la disciplina dei progetti utili alla collettività (Puc). Infatti, mentre ora i Comuni sono tenuti a impiegare almeno un terzo dei beneficiari “occupabili” e i sottoscrittori del patto per l’inclusione sociale, con la modifica introdotta nel disegno di legge di Bilancio i Comuni dovranno inserire tutti i beneficiari nei Puc.

Infine, viene prevista l’istituzione di un fondo per il sostegno alla povertà e all’inclusione attiva, presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali. In questo fondo confluiranno sia le economie che si realizzeranno nel 2023, a seguito della temporanea revisione dei criteri temporali di erogazione del beneficio del reddito di cittadinanza, pari a 734 milioni, sia quelle derivanti dalla soppressione dell’attuale Rdc dal 2024, pari a circa 8,7 miliardi annui.

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