Agevolazioni

Taglio al cuneo Inail strutturale dal 2023, intesa sul salva Roma

di Carmine Fotina e Marco Mobili

Scatto finale dopo una lunghissima giornata di lavori parlamentari per centrare nella notte il primo via libera al decreto crescita. Il testo approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che passa ora all’esame dell’Aula, dovrà poi essere approvato definitvamente dal Senato entro il 29 giugno. Numerosi gli emendamenti approvati, a configurare alla fine un vero e proprio decreto “omnibus” gonfiato da decine di articoli aggiuntivi rispetto ai 51 della versione che fu approvata dal consiglio dei ministri. Via libera, tra le altre misure, alla proroga fino al 30 settembre dei versamenti per i soggetti che applicano le nuove pagelle fiscali (Isa), la moratoria di sei mesi delle sanzioni per chi dal 1° luglio prossimo sarà obbligato all’invio telematico dei corrispettivi. Ok alla norma ”salva Comuni” (si vedano i servizi nella pagina 3), alle correzioni sugli indennizzi ai risparmiatori bancari, al fondo dello 0,5% per il salva opere. Arriva la stretta sugli affitti brevi tipo Airbnb, con i soggetti residenti in Italia e parte dello stesso gruppo, responsabili in solido dei versamenti della cedolare secca. Non solo. Con un codice identificativo unico per tutte le strutture ricettive il Fisco potrà arginare l’evasione. Chi non lo pubblicherà rischia una multa da 500 a 5000 euro.

Disco verde anche allo stop fino al 31 dicembre 2019 del commissariamento dell’Inpgi e a un correttivo dei 5 Stelle, sottoscritto anche dal Pd, che esclude l’ingresso di privati nella società che andrà a sostituire l’Eipli, l’ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia in liquidazione. In nottata l’ok allo scivolo agevolato di cinque anni verso la pensione per i lavoratori di aziende con più di mille dipendenti. Non è invece arrivato l’emendamento che, su pressing della Lega, avrebbe dovuto rivedere la norma che cancella dal prossimo 6 settembre l’immunità penale e amministrativa per i dirigenti dell’ex Ilva.

Che sarebbe stata una lunga maratona si è capito fin dal primo voto arrivato con due ore di ritardo sulla tabella di marcia e una lunga polemica sul “buco” nel 2022 per il taglio al cuneo da 600 milioni sulle tariffe Inail. Il taglio strutturale come chiedeva la Lega ci sarà ma solo dal 2023. In questo modo l’effetto della legge di bilancio che abbatte le tariffe Inail avrà durata per il triennio 2019-2021, mentre per il 2022 le imprese dovranno tornare alle vecchie tariffe del 2018. Una complicazione che potrà essere evitata soltanto con un nuovo intervento nella prossima legge di bilancio.

Tra le novità c’è anche l’estensione a tutte le moto e i ciclomotori (anche oltre 11 kw di potenza), nonché alle microcar, degli incentivi per veicoli elettrici ed ibridi previsti dalla legge di bilancio a fronte della rottamazione di veicoli euro 0, 1, 2 e 3.

Nutrito il pacchetto di correttivi sul sistema finanziario. Votata la norma che concede alle imprese (non solo banche) ubicate al Sud di trasformare le Dta in crediti d’imposta per un ammontare non superiore a 500 milioni. Novità anche per i riparmiatori coinvolti nei crack bancari. Per i rimborsi diretti l’Isee a 35mila euro non dovrà tener conto della previdenza complementare così come il limite di 100mila euro di patrimonio mobiliare sarà al netto anche di eventuali assicurazioni sulla vita. Con un emendamento Pd saranno ritenuti prioritari i rimborsi fino a 50mila euro. Proroga poi fino al 30 dicembre 2019 per le garanzie dello Stato per Carige.

Sempre in ambito finanziario, arriva anche l’esenzione fiscale per i redditi di capitale derivanti da investimenti effettuati nel 2020, e mantenuti poi per almeno cinque anni, nei nuovi fondi di investimento europei a lungo termine Eltif. Si potranno investire fino a 150mila euro nell’anno e non oltre 1,5 milioni totali. Un ulteriore emendamento prevede che la Consob potrà d’ora in poi ordinare ai fornitori di connettività alla rete internet così come ai gestori di altre reti telematiche la «rimozione» di chi effettua trading senza abilitazione.

Nel capitolo imprese ed industria, spicca il via libera all’uso volontario dell’emblema dello Stato (il cosiddetto Stellone), in congiunzione con la dizione made in Italy, attraverso appositi contrassegni statali per i quali bisognerà pagare un contributo alla stregua delle carte valori. Un decreto Mise delimiterà il campo dei prodotti e dei settori. Contestualmente viene abolita la legge Reguzzoni del 2010 sull’etichettatura dei prodotti perché a rischio di infrazione Ue. Passa anche l’emendamento che estende la platea di soggetti (anche professionisti) che possono accedere al fondo per le vittime di mancati pagamenti da parte di aziende debitrici imputate in determinati procedimenti penali. La lista dei reati si allarga includendo anche bancarotta fraudolenta, bancarotta semplice e ricorso abusivo al credito. Il Fondo, con le varie modifiche approvate, dovrebbe consentire l’accesso anche ai fornitori dell’azienda Mercatone Uno scivolata in un clamoroso fallimento. Un emendamento M5S abbassa i criteri per accedere alle agevolazioni alle imprese che affrontano la trasformazione digitale: per progetti con spese di almeno 50mila euro (non più 200mila) e per aziende con almeno 100mila euro di ricavi (non più 500mila). Esteso anche alle rassegne italiane il credito d’imposta per le Pmi che partecipano alle fiere. Ammesse poi le organizzazioni collettive delle imprese, oltre che ai consorzi, alle agevolazioni per le spese contro l’”italian sounding”.

Dichiarate inammissibili, infine, le norme che concedevano alle Regioni due mesi di tempo in più per completare le procedure concorsuali per assumere i 5.600 addetti che serviranno a potenziare il personale dei centri per l’impiego. Salta anche la proposta di modifica, sempre dei relatori, che destinava le risorse finanziarie aggiuntive stanziate dal decretone per reddito di cittadinanza e quota 100 a mille assunzioni all’Inps.

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