Agevolazioni

Riparte l’innovazione: brevetti in crescita del 3%

di Chiara Bussi

È uno dei rari appelli che mette tutti d'accordo: investire nell'innovazione - si dice da tempo - rappresenta la chiave per una crescita stabile. E ora qualcosa si muove, non solo al Nord.

Per la prima volta dopo tre anni di segno negativo nel 2014 le richieste di brevetti hanno invertito il trend, segnando un aumento del 2,8% rispetto al 2013.

Le domande di protezione sono state 9.378, ma resta un divario del 3% rispetto al picco degli ultimi cinque anni raggiunto nel 2010. E se quasi otto imprese su dieci che richiedono uno “scudo” di vent'anni sul territorio nazionale per le invenzioni hanno sede al Nord - come dimostra la banca dati del ministero dello Sviluppo economico e dell'Ufficio italiano brevetti e marchi - le sorprese non mancano.

Le più dinamiche sono le regioni del Centro Italia, dove le domande di brevetto hanno segnato uno scatto in avanti del 3,8% a quota 1.816, il livello più alto degli ultimi cinque anni. Nel Mezzogiorno i numeri sono ancora piccoli (appena 412 richieste), ma i depositi hanno registrato un'accelerazione del 10,5% rispetto al 2013.

È invece più contenuto (2%) l'aumento delle richieste nel Nord. La classifica dei depositi vede in testa la Lombardia con 2.708 domande (circa il 30% del totale), seguita da Emilia-Romagna e Veneto. L'ultimo posto spetta invece alla Valle d'Aosta, preceduta dal Molise.

A richiedere la tutela - secondo i dati al primo semestre dello scorso anno - sono soprattutto le persone giuridiche (65,4% del totale). Diverso è il quadro delle richieste che vengono accolte.

Nel 2014 i brevetti per invenzione rilasciati sono diminuiti del 3,3% rispetto al 2013, passando da 8.067 a 7.797. Il dato - precisano dal ministero dello Sviluppo - prende in considerazione le concessioni rilasciate dall'Ufficio italiano brevetti e marchi in quell'anno solare senza tenere conto dell'anno di deposito.

Il numero del 2013, inoltre, è sovrastimato, perché comprende le concessioni dei brevetti depositati prima delle nuove regole fissate dal decreto ministeriale del 27 giugno 2008, che hanno migliorato gli standard qualitativi dell'esame delle domande, grazie all'introduzione di un rapporto di ricerca realizzato dall'Ufficio europeo dei brevetti.

Le nuove regole hanno portato anche un accorciamento dei tempi per ottenere il rilascio del brevetto: non oltre i 30 mesi, in linea con gli standard europei, contro una media di 34 mesi degli ultimi anni.

Per avere una fotografia più realistica è perciò necessario utilizzare come punto di partenza il numero di depositi annuali ed estrapolare la percentuale di concessioni relative a quell'anno.

Gli ultimi dati disponibili appena aggiornati mostrano così un aumento del 10% del «tasso di concessione» nel periodo 2009-2012. Registrano invece un andamento negativo i depositi di marchi, modelli di utilità e disegni. I primi, che rendono il nome di un prodotto riconoscibile sul mercato, segnano una leggera contrazione dello 0,6% rispetto al 2013, passando da 54.940 a 54.606.

In controtendenza sono ancora le regioni del Centro, che registrano una crescita dell'1,6% a quota 14.933. In testa con 14.656 richieste è sempre la Lombardia, che stacca tutte le altre regioni, seguita dal Lazio con oltre 8mila domande e al terzo posto dall'Emilia-Romagna (5.337).

Per disegni e modelli la riduzione è più significativa: -18,3%, ma più contenuta rispetto al dato di settembre, che aveva fatto segnare -23,1 per cento. In totale le richieste sono state 1.365, mentre i modelli di utilità, le cosiddette «piccole invenzioni», registrano un calo del 6,5% a quota 2.496. Guardando al futuro, una spinta in avanti alle domande di tutela della proprietà industriale potrebbe arrivare dal cosiddetto «patent box», che consente uno sconto fiscale del 25% delle spese in Ricerca & Sviluppo sostenute da quest'anno fino al 2015. I

l bonus vale però solo per gli investimenti incrementali rispetto alla media realizzata nei tre anni precedenti. L'investimento minimo per accedere è pari a 30mila euro, mentre il beneficio massimo annuale è ammesso fino a 5 milioni per ciascun soggetto.Un tentativo di dare una scossa all'innovazione per ritrovare competitività e consentire il ritorno a una crescita stabile. E un ponte per accorciare la distanza con altri Paesi europei come la Germania o la Francia, che vantano un tasso di Ricerca e Sviluppo oltre il 2% del Pil contro l'1,26% del nostro Paese.

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