Agevolazioni

Esonero contributivo a chi assume lavoratori di aziende in crisi

di Antonino Cannioto e Giuseppe Maccarone

L'Inps dà il via libera all'esonero contributivo collegato alle nuove assunzioni di lavoratori in forza ad aziende in crisi. Con la circolare 99/2022 diffusa ieri, l'istituto detta le regole per la gestione dell'incentivo previsto dalla legge di bilancio 2022 in favore dei datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato o che stabilizzano rapporti a termine nonché effettuano trasferimenti, dal 1°gennaio al 31 dicembre 2022.

I lavoratori che danno diritto alla facilitazione sono quelli che, a prescindere dalla loro età, sono in forza ad aziende in difficoltà la gestione è stata seguita dalla speciale struttura ministeriale per le crisi di impresa (istituita in base alla legge di bilancio per il 2007). La riduzione contributiva non è di nuova istituzione, ma mutuata dalla legge di Bilancio del 2021. Si tratta, dunque, di un esonero, pari al 100% dei contributi a carico del datore di lavoro, per 36 mesi, con un tetto massimo di 6.000 euro riferito all'intero anno (500 euro mensili). I lavoratori, come spesso accade in circostanze analoghe, riceveranno comunque l'accredito ai fini pensionistici.

Nella circolare si ricorda che, per espressa previsione normativa, in caso di assunzione di lavoratori destinatari della Naspi, non è previsto il cumulo dei benefici. Restano fuori dall'incentivo le assunzioni di dirigenti, di lavoratori a chiamata, di apprendisti e di domestici. Vi rientrano, invece, i rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato instaurati dalle cooperative. Sono agevolati tutti i datori di lavoro privati, anche non imprenditori. Il lavoratore proveniente da un'azienda in crisi può anche essere stato licenziato, da quest'ultima, per riduzione di personale nei sei mesi precedenti, ovvero essere stato impiegato in rami di azienda che formano oggetto di trasferimento.

L'Inps rammenta che, per ottenere l'esonero, l'azienda deve essere in regola con il versamento dei contributi, rispettare le prescrizioni dell'articolo 1, comma 1175 della legge 296/06 e osservare i principi dell'articolo 31 del Dlgs 150/2015. L'ente di previdenza prevede, tuttavia, delle deroghe. In particolare potranno l'esonero verrà riconosciuto anche a fronte di assunzioni effettuate nel rispetto di un obbligo preesistente, stabilito da norme di legge o della contrattazione collettiva. Vi potranno rientrare anche i lavoratori licenziati nei sei mesi precedenti da parte di un datore di lavoro che, al momento del licenziamento, presentava assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con quelli del datore di lavoro che assume o utilizza in somministrazione, ovvero risulta con quest'ultimo in rapporto di collegamento o controllo.Trattandosi di un esonero riconosciuto a tutti i datori di lavoro privati, nessun problema di compatibilità si pone con la normativa europea. Conseguentemente, non configurandosi come un vantaggio solo per alcune imprese, non deve essere notificato alla Commissione europea.

Le risorse messe a disposizione per finanziare questa tipologia di assunzione agevolata sono contingentate (2,5 milioni di euro per il 2022, 5 milioni per il 2023 e il 2024 e 2,5 per il 2025). Per questo motivo l'Inps comunica che l'autorizzazione a fruire dell'aiuto sarà data solo dopo aver verificato l'esistenza dei fondi. Per farlo, come sempre, l'istituto prevede che il datore di lavoro presenti un'istanza telematica (ES119) indicando alcuni dati fondamentali per identificare il rapporto e il precedente datore di lavoro; all'atto di inoltro della richiesta il datore deve anche inserire la retribuzione e l'aliquota oggetto di sgravio. L'Inps, effettuati i dovuti controlli, informerà il datore di lavoro dell'avvenuta autorizzazione e individuerà l'importo massimo dell'agevolazione spettante.

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