Previdenza

La «disponibilità» requisito dell’assegno di ricollocazione

di Claudio Tucci

Il primo passo che un disoccupato in Naspi da almeno quattro mesi dovrà fare per richiedere l’assegno di ricollocazione, partito ufficialmente lo scorso 14 maggio (si veda il Sole 24 Ore del 16 maggio), è la compilazione della «Did», la Dichiarazione di immediata disponibilità, a lavorare. L’interessato dovrà recarsi presso il servizio pubblico (un centro per l’impiego), si potrà utilizzare anche il sito internet dell’Anpal, e dal 28 maggio la domanda potrà essere fatta anche attraverso i patronati convenzionati (al momento se ne contano una ventina).

Lo step successivo è la presa in carico. Il disoccupato può scegliere un’agenzia privata per il lavoro (gli enti accreditati sono circa 1.800). Contestualmente scatta la fase di profilazione: si terrà conto, tra l’altro, di sesso, livello di istruzione, collocazione geografica, precedente esperienza lavorativa. Ciò servirà per stabilire l’entità dell’assegno, che varia da mille a 5mila euro se l’inserimento in un nuovo posto di lavoro avverrà con un contratto a tempo indeterminato, apprendistato compreso. Si passa da 500 a 2.500 euro in caso di firma di un contratto a termine di almeno sei mesi. Viene preso in considerazione anche un part-time almeno del 50 per cento. Nelle regioni “meno sviluppate” (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia) si può scendere da 250 fino a 1.250 euro se si instaura un rapporto a tempo fra i tre e sei mesi.

La durata dell’assistenza “specialistica” verso un’altra occupazione potrà durare sei mesi, eventualmente prorogabili di ulteriori sei (massimo pertanto 12 mesi - è possibile però anche interrompere il periodo, e poi riprenderlo). La somma viene intascata dal centro per l’impiego o dall’agenzia privata per il lavoro «a risultato raggiunto», vale a dire alla firma del contratto subordinato.

«Sul piatto ci sono 310 milioni di euro fino al 2020 - spiega il presidente di Anpal, Maurizio Del Conte -. Ci aspettiamo una partenza graduale. La sperimentazione che abbiamo condotto lo scorso anno ha visto attivarsi i disoccupati a ridosso dell’esaurimento della Naspi. La platea di potenziali beneficiari dell’assegno è stimabile in circa 7-800mila disoccupati. Immaginando, tuttavia, un assegno di importo medio attorno ai 4mila euro, con le attuali risorse, contiamo di reinserire 6/70 mila percettori di Naspi. È importante che il nuovo esecutivo punti sulle politiche attive. Oltre ai fondi serve migliorare la qualità dei servizi per renderli uniformi da Milano a Palermo».

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