Contrattazione

Negli altri settori l’iter resta complesso

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di Giampiero Falasca

I correttivi introdotti dal decreto lavoro intervengono su una fattispecie – quella del contratto di prestazione occasionale – che era nata sulle ceneri del lavoro accessorio (il cosiddetto voucher) e che finora ha scontentato quasi tutti. Infatti, mentre i suoi detrattori lamentano l’eccessiva somiglianza con il regime precedente, chi rimpiange la facilità di utilizzo del voucher ne evidenzia l’eccessivo carico di burocrazia.

Se la maggiore complessità del nuovo sistema è un dato difficilmente confutabile, i correttivi previsti dal decreto lavoro non sembrano risolutivi, in quanto interessano solo alcuni settori e non rimuovono i vincoli preesistenti.

La complessità è dovuta, in primis, al numero eccessivo di prescrizioni da considerare ai fini dell’utilizzo del contratto. Ci sono due forme di prestazione occasionale (il contratto occasionale “normale” e quello destinato a fasce particolari di utenza, denominato “libretto di famiglia”), e ognuna delle due formule deve rispettare una griglia di requisiti numerici.

Anche sul piano procedurale, il passaggio dal voucher al contratto occasionale si è tradotto in un sovraccarico di burocrazia.

Per chi usa il libretto di famiglia è prevista una procedura di registrazione su un portale, dove gli utenti devono prima riempire il “portafoglio elettronico” (con modalità, anche qui, complicate) e poi finalmente possono dare avvio alla prestazione, comunicando sul sito i dati del collaboratore. Il quale, dopo aver lavorato, deve andare sul sito, confermare la prestazione, e attendere di essere pagato il 15 del mese successivo alla prestazione; un punto, quest’ultimo, su cui interviene il decreto lavoro offrendo una modalità alternativa. Anche per la forma ordinaria di prestazione occasionale, le complessità abbondano.

Il meccanismo, già molto complicato, diventa sostanzialmente inutilizzabile se il soggetto intenzionato a usare il lavoro occasionale è una società di calcio. La legge di Bilancio 2018, per colmare la lacuna venutasi a creare dopo l’abrogazione del voucher, ha previsto la possibilità di usare il libretto di famiglia per gli steward che collaborano la domenica all’organizzazione delle partite e alla gestione dell’ordine pubblico.

Per questi soggetti, il legislatore ha innalzato la soglia massima applicabile a livello individuale (ogni steward può ricevere, dal singolo committente, fino a 5mila euro, il doppio della soglia ordinaria), ma si è “dimenticato” di precisare qual è la soglia di spesa complessiva per tutti i collaboratori usati nell’anno. In questo modo, è rimasta in vita la soglia generale di 5mila euro, con la conseguenza che la novità non è stata applica da nessuna società sportiva professionistica (con questo limite, non si riuscirebbe a gestire neanche una sola partita).

Il risultato è che oggi gli steward non hanno una copertura contrattuale e possono operare solo con contratti di lavoro autonomo o di co.co.co.; alla luce del decreto lavoro, poi, l’obbligo di indicare la causale per i rinnovi ha reso più difficile il ricorso al lavoro a termine, diretto o in regime di somministrazione.

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