Welfare

Brusco risveglio nell’Isee 2023: pesano redditi e depositi più alti

di Michela Finizio

Da un primo confronto tra l’Isee 2023 e quello dello scorso anno, prendendo in esame un campione di 8mila famiglie che si è rivolto alla rete dei Caf Uil, quelli sotto i 3mila euro si riducono del 12% e sembrano re-distribuirsi nelle fasce Isee più alte, immediatamente successive.

Un primo segnale che potrebbe tradursi in un trend in aumento dell’Isee 2023, elaborato in base ai redditi e ai patrimoni riferiti al 2021. «In due mesi dovremo inviare oltre 5 milioni di pratiche - spiega Felice Ferrara del Caf Uil -, ma i primi a chiedere il rinnovo sono solitamente quelli più bisognosi, che hanno maggiore urgenza». Il trend al rialzo potrebbe riflettere il passaggio dalla fotografia dei redditi 2020 a quelli del 2021: l’anno scorso l’Isee fotografava i redditi percepiti nell’anno del Covid durante il quale l’emergenza sanitaria si è tradotta in un crollo delle entrate per molte famiglie, allarme il più delle volte rientrato nel 2021. A cui si aggiunge l’impatto sul patrimonio mobiliare dell’aumento del boom dei depositi rilevato tramite la giacenza media e il saldo al 31 dicembre 2021 nei conti correnti: rispetto al 31 dicembre 2020 i depositi delle famiglie consumatrici sono lievitati del 5,4% (dati Banca d’Italia).

Per fare un esempio basta utilizzare il simulatore di Isee sul sito Inps: una coppia con due figli minori a carico e una casa di proprietà con mutuo che, in base alla fotografia sul 2020, aveva un reddito dichiarato di circa 70mila euro e 20mila euro di depositi in banca, potrebbe passare da un Isee di 28.446 euro a uno di 31.829 per effetto di un aumento di 5mila euro sui redditi dichiarati nel 2021 e un raddoppio della liquidità grazie ai maggiori risparmi. Con la conseguenza che l’assegno unico spettante per i due figli a carico scenderebbe da 242,6 euro a 200,4 euro, al netto dell’impatto - ancora da definire con un decreto ministeriale - della rivalutazione prevista da marzo.

Una differenza di qualche migliaio di euro rilevata dall’Isee 2023, infatti, potrebbe fare la differenza per numerose famiglie: in ballo c’è la possibilità di accedere al bonus gas e luce che dal 1° gennaio 2023 scatta in caso di Isee inferiore a 15mila euro; oppure il superamento della soglia Isee di 9.360 euro per il reddito di cittadinanza, a cui però si affiancano anche gli altri requisiti reddituali; infine, un eventuale aumento dell’Isee potrebbe sterilizzare i benefici della rivalutazione degli importi dell’assegno unico per i figli, prevista per marzo.

Va ricordato, però, che ogni situazione familiare ha le sue specificità e che l’indicatore fotografa la situazione reddituale e patrimoniale (immobiliare e mobiliare) dell’intero nucleo. Eventuali variazioni oppure gli effetti della crisi economica e del caro-energia in alcuni casi potrebbero aver generato anche condizioni peggiorative. Tanto da poter consentire agli interessati, in presenza di certe condizioni, di richiedere l’Isee corrente: ad esempio in caso di licenziamento di uno dei membri del nucleo familiare, è possibile aggiornare il parametro alla situazione economica più recente degli ultimi mesi.

Il 2022 si è chiuso con oltre 10,9 milioni di Isee ordinari elaborati, a fronte di 11,86 milioni di Dsu inviate all’Inps nel corso dell’anno (la Dichiarazione sostitutiva unica è il modello da compilare per ottenere l’indicatore). In base ai dati forniti dall’Inps al Sole 24 Ore si tratta di una platea senza precedenti: il debutto dell’assegno unico - prestazione “universale” per cui l’Isee non determina l’accesso ma serve per modulare gli importi spettanti - ha spinto numerose famiglie a richiederlo per la prima volta; il 13,05% lo ha ottenuto online in modalità precompilata.

La funzione originaria dell’indicatore, infatti, era quella di verificare il diritto o meno a determinati sussidi e agevolazioni in base alla condizione economica. Oggi, invece, sempre più spesso viene utilizzato come uno strumento universale che fotografa la condizione economica delle famiglie, utilizzato per modulare la progressività delle misure e non più solo per identificare il disagio economico. Questo ha determinato uno spostamento dei richiedenti verso l’alto: nel 2022 la quota di Isee rilasciati sotto i 15mila euro è scesa dal 70% al 64% sul totale; quelli oltre i 30mila euro sono passati dal 10 al 12 per cento.

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