Rapporti di lavoro

Colf e badanti, gli aumenti sono neutri per i datori che pagano più dei minimi

Le famiglie devono verificare se versano un “superminimo”, cioè se c’è una differenza fra la paga base prevista dal Ccnl e la retribuzione oraria effettivamente corrisposta

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di Valentina Melis

Naufragata la trattativa fra le parti sociali del lavoro domestico sugli aumenti retributivi 2023, le famiglie si trovano ora a fare i calcoli di chi deve adeguare la paga di colf, badanti e baby sitter e chi invece potrà “assorbire” gli aumenti nell’eventuale superminimo che già versa ai propri collaboratori. In pratica, se c’è una differenza tra la paga oraria base prevista dal Contratto collettivo nazionale del lavoro domestico e la paga oraria che la famiglia effettivamente versa al lavoratore o alla lavoratrice, questa somma rappresenta un “cuscinetto” prezioso perché l’aumento dei minimi orari del 9,2% non farà crescere l’esborso mensile per la famiglia, rispetto alla spesa del 2022.

Le elaborazioni di Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico) per Il Sole 24 Ore del Lunedì possono aiutare a capire meglio. Si riferiscono a quattro profili professionali diffusi, e considerano solo la parte retributiva, perché i nuovi livelli dei contributi per il 2023 non sono stati ancora resi noti dall’Inps.

Niente aumenti

Per una colf di livello B che lavora sei ore a settimana, la paga oraria minima passa da 6,03 euro del 2022 a 6,58 euro nel 2023. Se la famiglia paga già la colf otto euro all’ora, vuol dire che nel 2022, al “minimo sindacale” si aggiungeva un superminimo di 1,97 euro. A questo valore si può attingere per assorbire l’aumento. Cioè la retribuzione può restare di otto euro all’ora, e sarà comunque superiore al minimo sindacale aggiornato di 6,58 euro.

Stesso discorso per la baby sitter di livello B Super che lavora 15 ore alla settimana, magari andando a prendere i bambini a scuola e trascorrendo con loro una parte del pomeriggio. La paga oraria base è passata da 6,4 a 6,99 euro all’ora. Se la famiglia pagava già 7,50 euro all’ora, con un superminimo di 1,1 euro, potrà continuare a versare la stessa paga oraria, attingendo a questo superminimo.

Quando scatta il rincaro

Il discorso cambia se la paga è allineata ai minimi contrattuali. Questo accade più spesso con le assistenti conviventi, che non sono pagate a ore ma con uno stipendio minimo mensile. Nel caso della badante convivente di livello C Super che lavora 54 ore settimanali e nel 2022 aveva la paga base di 1.026,34 euro, scatta l’adeguamento al nuovo minimo mensile di 1.120, 8 euro. L’aumento di spesa mensile per la famiglia sarà dunque di 94,5 euro. Spenderà 73 euro al mese in più anche la famiglia che ha una colf convivente: se la paga del 2022 era di 850 euro, quella del 2023 passerà a 923 euro.

Gli altri costi

Peraltro, ai valori riportati in questa pagina va aggiunto l’ammontare dei contributi (che subirà un aumento, ma non in maniera proporzionale a quello delle retribuzioni), e l’incremento dei ratei di tredicesima e di Tfr, che è direttamente collegato all’incremento della retribuzione. Inoltre, va anche aggiornata dell’11,5% l’indennità di vitto e alloggio per badanti, baby sitter o colf conviventi.

Gli aiuti alle famiglie

Il piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023-2025, legato al Pnrr e approvato dal Governo, prevede di introdurre un aiuto economico per le famiglie che assumono in regola colf, badanti e baby sitter, ancorato all’Isee, l’indicatore della situazione economica del nucleo familiare. Un meccanismo che non convince Andrea Zini, presidente di Assindatcolf: «Crediamo che l’aiuto debba essere previsto per tutte le famiglie - spiega - e che la strada maestra per scardinare il meccanismo che incentiva il lavoro irregolare sia concedere la deducibilità del costo del lavoro domestico. Si potrebbe ipotizzare una deducibilità fino a 10mila euro - continua - riconoscendola in maniera integrale a chi ha un lavoratore assunto per 54 ore, e in maniera ridotta man mano che si riducono le ore di lavoro. In base alle nostre stime - conclude - la differenza fra le uscite per lo Stato e le nuove entrate relative a tasse e contributi derivanti dalla diminuzione del sommerso sia di due miliardi. Un costo sostenibile per l’Erario, rispetto ad altri aiuti previsti oggi».

Domande & Risposte
1 Da quando scattano gli aumenti per colf, badanti e baby sitter?

Dal 1° gennaio 2023 scattano gli adeguamenti dei minimi retributivi per le figure inquadrate con il Ccnl domestico come colf, badanti e baby sitter. Tali valori dovranno essere maggiorati del 9,2% rispetto ai valori del 2022.

2 Che cosa sono i minimi retributivi?

Sono dei valori che vengono aggiornati ogni anno, al di sotto dei quali non è possibile scendere per definire la retribuzione, ma che possono essere superati, come infatti già in molti casi avviene. A ogni livello di inquadramento previsto nel Ccnl corrisponde un minimo retributivo.

3 Come si fa a capire se all’assistente familiare spetta l'aumento?

Se la retribuzione pattuita tra datore e lavoratore è già maggiore rispetto al nuovo minimo retributivo, non ci sarà alcun incremento in busta paga. In questo caso, infatti, la differenza sulla nuova paga base viene assorbita dal superminimo.

4 Che cosa è il superminimo?

È una somma aggiuntiva riconosciuta al lavoratore rispetto alla paga base. Questo importo, aggiunto al minimo retributivo valido per l'anno in corso forma la paga effettiva. Entrambi i valori dovrebbero essere indicati in busta paga.

5 Quali famiglie saranno più coinvolte dagli aumenti?

In generale si può affermare che gli impatti economici maggiori li avranno le famiglie che hanno alle proprie dipendenze personale assunto per orari lunghi (30 ore settimanali) o in regime di convivenza. In questo caso, infatti, la paga effettiva riconosciuta al lavoratore può coincidere o si avvicina al minimo retributivo.

6 Si può diminuire il numero di ore di contrattualizzazione dell'assistente familiare?

Sì, è possibile variare l'orario di lavoro. L'importante è preavvisare il lavoratore e contrattualizzare la modifica, che va comunicata all'Inps entro 5 giorni.

7 Gli aumenti incideranno anche su tredicesima e Tfr?

Sì. Se la retribuzione dovrà essere adeguata ai nuovi valori, varieranno anche il Tfr e la tredicesima.

8 Va adeguata l'indennità di vitto e alloggio?

L’indennità di vitto e alloggio dovuta al lavoratore convivente va rivalutata al 100% dell'inflazione, cioè con un incremento dell'11,5% rispetto ai valori del 2022.

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