Rapporti di lavoro

Il caso Juventus si riapre per irregolari scambi di calciatori

La sentenza che ha inflitto sanzioni pensati al club ha profili giuslavoristici

di Marco Di Liberto e Roberta Di Vieto

Il "caso Juventus" si arricchisce di un nuovo e interessante passaggio processuale, contraddistinto da profili di diritto del lavoro sportivo davvero inediti e attuali.
Infatti, il 30 gennaio la Corte federale di appello della Figc ha pubblicato le motivazioni della sentenza con cui ha dichiarato ammissibile il ricorso per revocazione presentato dal procuratore federale avverso la sentenza del 27 maggio 2022.

Tale ultima decisione aveva di fatto "assolto" diversi club calcistici dalle contestazioni riguardanti presunte irregolarità nella valutazione dei trasferimenti di calciatori, ritenendo che non vi fossero elementi a carico delle società coinvolte. Ma il caso era destinato a riaprirsi grazie alle indagini che la Procura ha portato avanti nei mesi successivi. Con una decisione storica, la Corte federale ha così accolto il reclamo promosso dal procuratore federale e ha irrogato rilevanti sanzioni nei confronti di tutto il top management della FC Juventus s.p.a., condannandolo all'inibizione temporanea a svolgere attività in ambito Figc da 8 a 30 mesi, penalizzando il club con 15 punti in classifica, e inasprendo in tal modo la penalizzazione di soli 9 punti inizialmente disposta.

Tutti gli altri manager delle diverse società calcistiche coinvolte nel processo sono invece stati "assolti" dalle accuse di irregolarità sportive, vista l'assenza di elementi a carico degli stessi. I dirigenti del club bianconero, invece, sono stati ritenuti responsabili per aver commesso illegittime variazioni di tesseramento e irregolari accordi di cessione di calciatori, per di più attuate con modalità davvero censurabili e mai viste prima d'allora: le sanzioni derivano dall'inosservanza delle norme federali e dei doveri di lealtà, correttezza e probità di cui all'articolo 4, comma 1, e dell'articolo 31, comma 1, del Codice di giustizia sportiva, dalla violazione dell'articolo 19 dello Statuto federale.

Anche sotto il profilo giuslavoristico, le macroscopiche irregolarità riscontrate concernono principalmente le modalità di cessione di tali "cartellini" dei giocatori, scambiati tra i club non per permuta, bensì per operazioni separate e appostate a bilancio in maniera irregolare, secondo la Corte. Sempre sul piano giuslavoristico, è stata quindi acclarata un'evidente, plurima e "sistematica" violazione delle modalità di cessione di contratti di lavoro di diritto sportivo tra società datrici di lavoro, per di più perpetrata da lavoratori dirigenti sportivi, e con modalità inedite e contrarie ai più basilari doveri, sportivi e non.Violazioni che, provate da una «impressionante molte di documentazione probatoria» e da ulteriori fatti commessi ed ammessi dai dirigenti sportivi «con valenza confessoria», hanno indotto la Corte a concludere che «i bilanci della FC Juventus S.p.A (…) semplicemente non sono attendibili», a causa delle alterazioni contabili protratte per più esercizi e di rilevanti dimensioni e intensità: da qui la necessità, per la Corte, di rideterminare in 15 punti la sanzione a carico del club, originariamente stabilita in soli 9 punti, come detto.

La sentenza sarà impugnata dalla FC Juventus Spa, che ne lamenta vizi logico-giuridici, come hanno già annunciato i difensori del club, anche se i filoni processuali pendenti sono molteplici, e potrebbero avere ulteriori riflessi sui rapporti di lavoro di diritto sportivo dei managers del club e dei calciatori coinvolti.Infatti, se altri processi acclarassero che alcuni lavoratori sportivi hanno avuto consapevolezza delle irregolarità contabili afferenti il proprio "cartellino", anche tali lavoratori potrebbero subire sanzioni di varia natura, che potrebbero giungere fino alla squalifica del lavoratore sportivo, o ad altre penalità, specie se venisse accertata la grave violazione dei doveri di correttezza e lealtà sportiva. A tali sanzioni potrebbero accompagnarsene anche altre se l'ormai celebre "Carta Ronaldo" e le ulteriori presunte irregolarità sugli stipendi dei calciatori, a cui la stampa sta dando eco da mesi, dovessero dar luogo a processi a carico dei giocatori e del club. Non si faranno quindi attendere possibili nuovi sviluppi giudiziari di un caso destinato a far parlare ancora di sé a lungo, contraddistinto com'è da continui colpi di scena che arricchiranno il già variegato panorama giurisprudenziale del diritto del lavoro sportivo.

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