Contrattazione

Il Giretto d’Italia, una gara tra i dipendenti di Cnh a chi pedala più veloce

di M. Me.

L’ultimo Giretto d’Italia dicono sia stato veramente un successo, con un aumento delle adesioni del 70 per cento rispetto alla precedente edizione. Cnh è da tempo in prima linea nel tentativo di plasmare una dimensione più sostenibile per i propri dipendenti. E l’approccio alla mobilità alternativa è una delle leve più solide di questa strategia. Il Giretto d’Italia, per esempio: una sorta di gara tra città per promuovere il bike to work (vincono i centri che totalizzano più passaggi misurati da alcuni checkpoint) organizzato durante la settimana della mobilità, di solito a metà settembre.

Lo scorso autunno il gruppo di Torino (17.500 addetti e 13-14 stabilimenti in Italia oltre a 12 centri di ricerca e sviluppo) ha coinvolto circa 1.400 dipendenti nell’iniziativa, incentivando il più possibile l’uso delle due ruote durante la settimana del Giretto.

«Tutti gli stabilimenti sono stati coinvolti, e il ciclista più bravo ha vinto una bicicletta elettrica - spiega Daniela Ropolo, mobility manager del gruppo -. Inostri stabilimenti sono spesso in periferia, i tragitti spesso sono lunghi e disagevoli, ma questo non scoraggia la scelta della bicicletta come mezzo di mobilità alternativa. Questo perchè è un mezzo che assicura un’indipendenza unica nel suo genere».

Al di là del Giretto, Cnh sostiene la bicicletta con azioni concrete e mirate: ha per esempio installato alcune cabine per il ricarico delle e-bike, e ha messo a disposizione dei dipendenti una app che consente a chi fa più chilometri di vincere una bicicletta.

Il bike to work sta incontrando il favore sempre maggiore dei dipendenti (a Bolzano lo ha scelto oltre il 30%, il 5% a Torino, centro Italia e sud invece restano su percentuali ancora basse) ma non è l’unico mezzo alternativo all’automobile all’interno del portafoglio di strategie del mobility management. «Non vogliamo spingere per una soluzione o per un’altra - spiega Ropolo -, ma cerchiamo di offrire ai dipendenti alternative all’utilizzo dell’auto privata».

Il gruppo ha per esempio organizzato un servizio di navette, pagato dalla azienda, che asseconda gli spostamenti degli operai, portandoli in fabbrica. Un’altra alternativa credibile è poi il car pooling, che Cnh ha sviluppato con una app specifica che permette di creare gli equipaggi utilizzando le informazioni sulle località di residenza dei dipendenti. «Sono due gli aspetti positivi da sottolineare del car pooling: uno è ambientale, l’altro è sociale - spiega Ropolo -. Da un lato l’uso condiviso dell’automobile riduce l’inquinamento, dall’altro chi ne fruisce arriva al lavoro meno stressato e più motivato». Il servizio funziona però, secondo le ricerche più aggiornare sul tema, a patto che il tragitto di percorrenza sia medio-lungo e che ci sia una carenza di parcheggi.

La curva d’età tra i dipendenti di Cnh che sfruttano le agevolazioni messe in campo dal mobility management è abbastanza variegata, ma «la fascia più giovane è quella più sensibile agli aspetti ambientali, e in assoluto il target più ricettivo è quello nella fascia al di sotto dei 35 anni».

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