Rapporti di lavoro

Incentivi per 358mila ingressi di under 36 e donne

Il pacchetto di misure presentate dal ministro Calderone prevede l’esonero contributivo al 100% per i datori che assumono stabilmente giovani, apprendisti e lavoratrici

di Giorgio Pogliotti

Dall’esonero contributivo introdotto nella legge di Bilancio si prevedono 358mila assunzioni nel 2023. Dei nuovi ingressi, si stima 200mila saranno giovani con meno di 36 anni assunti con contratto a tempo indeterminato o stabilizzati, 80mila donne e 78mila apprendisti.

È la relazione tecnica a stimare l’impatto del pacchetto di misure presentate nella manovra dal ministro del Lavoro, Marina Calderone. Soffermiamoci, in particolare, alla norma che proroga per il triennio 2023-2025 l’esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro - con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche - per un massimo di 36 mesi, nel limite annuo di 6mila euro, di giovani che non abbiano compiuto il trentaseiesimo anno di età o di giovani apprendisti. L’incentivo ha una durata di massima di 48 mesi per i datori di lavoro privati che effettuino assunzioni in una sede o unità produttiva localizzata in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

Il beneficio è riconosciuto a condizione che i datori di lavoro non abbiano proceduto nei 12 mesi precedenti l’assunzione (o nei 12 mesi successivi) a licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o a licenziamenti collettivi di lavoratori inquadrati con la stessa qualifica, nella stessa unità produttiva.

La misura è sostanzialmente una proroga degli sgravi con cui nel 2021 sono state effettuate 111.660 tra assunzioni a tempo indeterminato e trasformazioni di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato di giovani under 36 anni nelle regioni del Centro-Nord, e 39.300 in quelle del Sud. Nei primi sei mesi di quest’anno si è registrato un raddoppio del numero di assunzioni rispetto allo stesso periodo del 2021.

Lo stesso sgravio contributivo del 100%, per la stessa entità (entro 6mila euro d’importo) si applica anche alle assunzioni di donne lavoratrici effettuate sempre nel triennio 2023-2025, a condizione che vi sia un incremento occupazionale netto. Nel 2021 sono state assunte 37.300 donne a tempo indeterminato (o hanno avuto il contratto trasformato da tempo determinato in tempo indeterminato) e nei primi sei mesi di quest’anno si è assistito ad un raddoppio del numero delle assunzioni rispetto al primo semestre 2021.

Attualmente lo sgravio contributivo scatta (con esclusione dei lavoratori domestici) in caso di assunzione di donne “svantaggiate”: ovvero prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi residenti nelle regioni del Sud che beneficiano dei fondi strutturali della Ue, o con una professione in un settore economico con una disparità occupazionale di genere superiore al 25%, o prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 2 anni, o disoccupate da oltre 12 mesi con almeno 50 anni. L’incentivo consiste nella riduzione del 50% dell’aliquota contributiva per un periodo variabile a seconda del tipo di assunzione (12 mesi se a tempo determinato, 18 mesi se contratto a tempo indeterminato o stabilizzazione).

Vale la pena citare, tra le norme portate dal ministro Calderone nella legge di Bilancio, anche l’assunzione di percettori del Rdc con lo sgravio al 100% per i contratti stipulati da gennaio a dicembre 2023: l’incentivo vale per 12 mesi fino a un massimo di 6mila euro (l’esonero è alternativo a quello previsto dall’articolo 8 del Dl 4 del 2019). Con la differenza che il precedente incentivo, contenuto nella legge istitutiva del Rdc, conteneva diversi “paletti” che ne diminuivano l’appeal per i datori di lavoro e, come ha rilevato la Corte dei Conti, è stato utilizzato solo per effettuare circa 500 assunzioni nel primo biennio.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©