Tirocini extracurriculari, stretta contro gli abusi. Linee guida in sei mesi
In manovra entra il primo assaggio della strategia, rilanciata ieri dal premier, Mario Draghi, di contrasto al lavoro precario, e di spinta verso una occupazione stabile, in primis a favore dei giovani. Tra gli emendamenti approvati alla legge di Bilancio, c’è infatti la stretta contro gli abusi nei tirocini extracurriculari (non quelli scolastici, finalizzati al conseguimento di un titolo di studio); e un primo incentivo per il rilancio dell’apprendistato “formativo”.
A lanciare il sasso contro stage e tirocini gratuiti era stato nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, anche alla luce della crescita a ritmo sostenuto di questo strumento registrata nel secondo trimestre 2021: 90mila attivazioni di tirocini extracurriculari, 62mila in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (+227,3%), tornando ai livelli pre Covid (la stragrande maggioranza dei tirocini extracurriculari è concentrata nei Servizi - si veda Sole24Ore del 1° dicembre).
Ebbene, in legge di Bilancio, si prevede che entro 6 mesi governo e Regioni debbano emanare nuove linee guida, che dovranno rispettare cinque criteri piuttosto stringenti. Primo: i tirocini extracurriculari andranno circoscritti «in favore di soggetti con difficoltà di inclusione sociale». Secondo: si dovrà prevedere una «congrua indennità di partecipazione», accanto a una durata massima (comprensiva di eventuali proroghe) e a limiti numerici di tirocini attivabili in relazione alle dimensioni d’impresa. Sarà necessario, poi, al momento di attivazione del rapporto, redigere un bilancio delle competenze, e al termine del tirocinio una certificazione delle competenze acquisite durante l’esperienza. Quarto criterio direttivo, è quello di vincolare l’attivazione di nuovi tirocini all’assunzione di una quota minima di tirocinanti (a onor del vero già oggi in un caso su due un tirocinio extracurriculare diventa un impiego). Quinto: prevenire e contrastare un uso distorto dell’istituto «anche attraverso la puntuale individuazione delle modalità con cui il tirocinante presta la propria attività».
La norma prevede poi che la mancata corresponsione dell’indennità di partecipazione fa scattare delle sanzioni economiche: da mille fino a 6mila euro a seconda della gravità dell’illecito commesso. Insomma, secondo il governo, il tirocinio extracurriculare, che ha conosciuto un boom dopo l’avvio di Garanzia giovani che prevedeva incentivi ad hoc, dovrà tornare ad essere «un percorso formativo finalizzato all’orientamento e alla formazione professionale, anche migliorando l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro». In altre parole, un tirocinio extracurriculare non dovrà costituire «un rapporto di lavoro» e «non potrà essere usato per la sostituzione di lavoro dipendente».
Proprio per spingere, all’opposto, l’occupazione stabile giovanile, in attesa dell’avvio del mega piano di rafforzamento di istruzione tecnico-professionale, discipline Stem e formazione duale previsto nel Pnrr, la manovra mette un primo tassello, “scontando” l’apprendistato formativo nelle pmi. Per tutto il 2022, per i contratti di apprendistato di primo livello per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore, stipulati nell’anno 2022, è riconosciuto ai datori di lavoro, che occupano alle proprie dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove, uno sgravio contributivo del 100 per cento con riferimento alla contribuzione dovuta, per i periodi contributivi maturati nei primi tre anni di contratto, fermo restando il livello di aliquota del 10% per i periodi contributivi maturati negli anni di contratto successivi al terzo.
La mossa dell’esecutivo Draghi punta a ridare appeal allo strumento, cresciuto dopo l’avvio della “sperimentazione Bobba”, ma poi frenato da vincoli burocratici e dalla disattenzione dei governi successivi, che hanno smontato il rapporto scuola-lavoro. Con gli effetti che vediamo oggi: un tasso di disoccupazione giovanile che sfiora il 30%, e una impennata di Neet (complice anche la pandemia).