È conforme alla Costituzione l’applicazione del regime delle tutele crescenti previste dal Jobs Act anche a coloro che sono stati assunti in aziende di piccole dimensioni al tempo dell’entrata in vigore della legge 23/2015 e che hanno successivamente ampliato il numero dei lavoratori occupati
Massima
Questione di legittimità costituzionale – Contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti – Conseguenze sanzionatorie per licenziamento individuale illegittimo – Art. 1, comma 3 d.lgs. n. 23 del 2015 – Jobs Act – Art. 18 commi 8 e 9 Stat. Lav. – Lavoratori di piccole imprese –Soglia dimensionale – artt. 76 e 77 Costituzione – Criterio di delega – Incentivo alle assunzioni – Ambito di applicazione – Tutela indennitaria – Legge n. 604 del 1966 – Non fondatezza
Non è fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 3, del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23, che consente l’attrazione nell’ambito applicativo del regime delle tutele crescenti anche di lavoratori di piccole imprese, già in servizio alla data del 7 marzo 2015, in concomitanza e in conseguenza di assunzioni aggiuntive a tempo indeterminato, successive all’entrata in vigore dello stesso decreto, che abbiano comportato il superamento dei limiti dimensionali previsti dall’art. 18, commi ottavo e nono, Statuto dei lavoratori.
Un nuovo esame per il jobs act da parte della Corte Costituzionale: promosso nuovamente. Era il marzo di nove anni fa quando entrava in vigore il Decreto Legislativo 23/2015 (disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti) che ha riformato la materia dei licenziamenti per i lavoratori nuovi assunti in Italia.
In questi anni, diverse sentenze della Corte costituzionale sono intervenute per verificare la legittimità costituzionale della nuova normativa sui licenziamenti...
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