Adempimenti

Appalti, stretta solo sulla somministrazione di mano d’opera

di Marco Mobili

Per capire come il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è salito per la prima volta come responsabile dei conti pubblici sul ring della sessione di bilancio occorre ascoltare tutto il nastro dell’audizione di ieri in Commissione Finanze sul decreto fiscale collegato al Ddl Bilancio. Prima di salutare i deputati il ministro ha ricordato all’opposizione che la Manovra «riduce la pressione fiscale che invece il Governo da lei sostenuto - ha detto riferendosi ad Alessandro Pagano della Lega - aveva previsto di alzare con gli aumenti dell’Iva, quindi noi riduciamo la pressione fiscale che voi avevate aumentato». Non solo. Riferendosi alla stretta penale sull’Iva citata dal rappresentante del Carroccio come causa di un maggior carico fiscale su imprese e contribuenti Gualtieri ha sottolineato: «La rilevanza penale non rientra tra i dati statistici utili per misurare la pressione fiscale di un Paese».

Se poi si riavvolge il nastro ecco il ministro indossare la giacca del tecnico e affrontare i temi più spinosi del decreto fiscale: le ritenute su appalti e subappalti e le compensazioni. Sul primo fronte, il più delicato, il ministro ha recepito le critiche unanimi giunte dalle opposizioni e in giornata dalle associazioni delle categorie (Confindustria e Ance erano state audite poco prima) aprendo la porta al dialogo con i rappresentanti del settore produttivo e con il Parlamento per migliorare la norma. «Dobbiamo essere certi che, da un lato la norma sia in grado di colpire in modo più efficace, più mirato, gli illeciti, che sono estremamente diffusi e dall’altro lato circoscrivere meglio l’ambito di applicazione». E per attenuare la stretta Gualtieri si è presentato alla Commissione con le possibili soluzioni: «Circoscrivere l’applicazione alla somministrazione di manodopera, invece che a tutti i meccanismi di appalto, subappalto e affidamento e magari ampliando l’ambito delle clausole di esclusione che già esistono. Il riferimento è a quel limite di 5 anni di attività che le associazioni chiedono di ridurre drasticamente per concentrarsi solo su quei fenomeni evasivi di imprese apri e chiudi.

Sulla stretta alle compensazioni lo spazio di intervento è ridotto. «Ricordo l’analoga misura sull’Iva - ha detto Gualtieri - con analoghe discussioni, ma oggi il tema non è più pressante, spesso le misure nel rapporto costo/benefici sembrano avere un impatto immediato molto alto, con la e-fattura si preannunciava la fine del mondo, gran parte degli argomenti li ho ascoltati identici oggi, ma ora tutti sanno che è una sana innovazione». La norma può essere rivista, studiata nel dettaglio e approfondita «ma politicamente mi sento di difenderla e ritengo che debba rimanere» ha risposto il ministro alle sollecitazioni dei deputati. «Sull’Iva nel primo anno, 2010, sono emerse illecite compensazioni per 5,7 miliardi», tanto per dare una dimensione del fenomeno da contrastare.

Sul fronte penale, altro tema caldo del decreto fiscale, Gualtieri ha rivendicato la sua posizione già assunta all’inizio del dibattito politico tutto interno alla maggioranza: «Penso che le pene detentive debbano riguardare sempre e solo sentenze passate in giudicato, definitive, ho segnalato alcuni punti su cui serve una particolare attenzione, bisogna essere seri ed equilibrati». E il riferimento di Gualtieri era alle due misure più forti della stretta penale, la confisca per sproporzione e l’estensione della 231 ai reati tributari più gravi. «Su questi temi - ha concluso Gualtieri - auspico un attento esame parlamentare anche della commissione Giustizia».

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