Non solo Ape: tutte le strade per l’anticipo della pensione
Poco più di un mese alla partenza dell’Ape: il debutto della sperimentazione dell’anticipo sulla pensione è fissato al 1° maggio, anche se i tecnici del Governo sono ancora all’opera per definire gli ultimi tasselli - decisivi - per far partire in tempo il nuovo strumento rivolto a una platea di oltre 300mila potenziali beneficiari.
Un cantiere sempre aperto, quello delle pensioni, con l’ultima manovra che ha cercato di portare una ventata di flessibilità, consentendo ai lavoratori con determinate caratteristiche di raggiungere “in anticipo” il traguardo dell’assegno, senza però compromettere la sostenibilità dei conti del sistema previdenziale. Rispetto al recente passato, infatti, non cambiano le regole fondamentali del sistema, ma sono state introdotte modifiche o novità per consentire di avvicinare la data del pensionamento o il momento in cui si può smettere di lavorare.
Partiamo con gli aspetti che sono già operativi e riguardano tutti i lavoratori. Il cumulo dei contributi versati in più gestioni consentirà a molte persone di andare prima in pensione (di vecchiaia o anticipata), dato che l’operazione di “somma” non ha alcun costo.
I potenziali beneficiari del cumulo sono stimati dal Governo in poco meno di 50mila ogni anno, considerando anche che l’operazione può riguardare chi ha versato delle somme alle Casse di previdenza dei professionisti (anche se per questi ultimi non ci sono ancora indicazioni chiare).
Il cumulo consente di ottenere un assegno unitario, frutto della contribuzione accantonata nelle diverse gestioni, permettendo anche la conservazione delle regole di calcolo proprie di ciascuna gestione pensionistica. Un’opportunità soprattutto per chi ha carriere frammentate, tipicamente i giovani che spesso “attraversano” gestioni e rapporti di lavoro diversi .
Rivolti a tutti i lavoratori sono anche l’Ape, l’anticipo pensionistico volontario o aziendale, e la Rita (rendita integrativa temporanea anticipata). Misure, queste ultime, che si potranno attivare anche in contemporanea per assicurarsi un reddito-ponte tra la fine del lavoro e il momento in cui si comincerà a intascare la pensione. Un reddito che, è bene ricordare, dovrà essere finanziato in tutto o in parte direttamente dall’interessato.
Per l’Ape, come detto in precedenza, ci sono ancora dei nodi da sciogliere, per consentire la partenza a pieno regime della sperimentazione (da maggio 2017 a dicembre 2018). Tra questi anche la stipula delle convenzioni con Abi e Ania per fissare i costi dell’anticipo.
I potenziali beneficiari dell’Ape sono 300mila lavoratori nel 2017 e 115mila nel 2018. «A presentare domanda per l’anticipo saranno però molti di meno - sottolinea Marco Leonardi, a capo della task force tecnica di Palazzo Chigi -, mentre i richiedenti dell’Ape sociale dovrebbero essere circa 35mila nel primo anno di sperimentazione». La terza variante di Ape, quella sociale, è - come evidenziato nella scheda in pagina - a carico dello Stato e consente di anticipare il pensionamento di vecchiaia fino a tre anni e sette mesi ai lavoratori che hanno almeno 63 anni di età, qualora si trovino in difficoltà o svolgano attività particolarmente faticose: nel primo caso serviranno almeno 30 anni di contributi, nel secondo almeno 36.
A completare il quadro degli strumenti per avvicinare il traguardo della pensione ci sono poi provvedimenti per determinate categorie, come i lavoratori precoci e quelli impiegati in attività usuranti.
I primi - che hanno iniziato a lavorare giovanissimi, versando almeno un anno di contributi prima dei 19 anni - potranno andare in pensione anticipata (dal 1° maggio) con 41 anni di contributi. A questo proposito, si è in attesa di un decreto attuativo.
I secondi - che hanno svolto attività usuranti o di notte per almeno la metà della vita lavorativa o per sette anni negli ultimi dieci - dovrebbero beneficiare di una maggior semplificazione, anche se a mancare all’appello è il decreto ministeriale con le regole operative e, inoltre, la scadenza per presentare le domande da parte di chi matura i requisiti nel 2017 risulta essere già scaduta il 1° marzo scorso.
Nel cantiere pensioni entrano anche l’“opzione donna”, avviata verso la fine della sperimentazione che consente di andare in pensione a 57 o 58 anni di età, l’ottava salvaguardia, che ha chiuso la raccolta delle domande lo scorso 2 marzo, e l’isopensione, operazione dai costi elevati che permette di anticipare l’uscita dal lavoro con un accompagnamento alla pensione, in cui l’azienda si accolla l’assegno versato al lavoratore fino al pensionamento, oltre ai contributi che sono necessari per la pensione.
Tutte le misure per l’anticipo