Adempimenti

Saldo e stralcio, consulenti del lavoro esclusi in partenza

di Valeria Uva

Il saldo e stralcio dei debiti con le Casse non sarà accessibile a tutti i professionisti. E anche chi può aderire deve valutare attentamente le conseguenze della scelta, sia sull’assegno che sulla data del pensionamento. Sono esclusi in partenza, ad esempio, i consulenti del lavoro perché il loro ente, Enpacl, non ha mai affidato all’esterno la riscossione dei crediti, come invece esige la norma per il periodo 2000-2017. Ammessi invece per questa stessa ragione i commercialisti,ma a pesare per loro sarà con ogni probabilità il regolamento, che annulla di fatto i vantaggi dell’adesione.

I vincoli normativi
Secondo l’articolo 1, comma 184 e seguenti della legge di Bilancio il saldo e stralcio si applica anche per i debiti contributivi del periodo 2000-2017 affidati a un agente della riscossione, oltre che per le imposte non versate. Questo taglia fuori almeno in parte altre professioni, oltre appunto ai consulenti del lavoro. Architetti e ingegneri, ad esempio: dal bilancio 2017 di Inarcassa risulta che il percorso di convenzionamento con Equitalia-Ader si è «concluso a giugno 2017». Anche per chimici, geologi, attuari e forestali di Epap accesso possibile solo dal 2013. È ancora da decifrare, poi, la norma che per i debiti contributivi esclude «quelli richiesti a seguito di accertamento». Per molte Casse infatti l’accertamento è automatico e generalizzato (è così ad esempio per avvocati e commercialisti) e un’interpretazione a maglie larghe potrebbe tagliare fuori in origine gran parte dei debiti. L’altro importante paletto è l’Isee, che non deve superare i 20mila euro (si veda l’articolo in basso). Probabile che riescano a rientrarci soprattutto i giovani neoiscritti.

Le scelte da valutare
Indubbiamente il saldo e stralcio risulta molto attraente. Pensato per i contribuenti in gravi difficoltà economiche, non solo cancella sanzioni e interessi ma dà anche una bella sforbiciata ai contributi, con sconti fino all’84 per cento.

Ma l’adesione non può essere senza conseguenze sulla pensione. Che varieranno da ente a ente, perché la norma su questo rinvia alle regole interne agli enti. Spiega Alberto Oliveti, alla guida di Adepp, che «tra i presidenti degli enti sta passando il concetto che, naturalmente, a fronte di una minor contribuzione, si erogano prestazioni minori». Dunque l’assegno potrebbe essere riparametrato sulla base dell’effettivo versamento (così ad esempio per i medici e dentisti di Enpam). Una mossa che sarà automatica per le Casse con il sistema contributivo puro (ad esempio i biologi).

I  minori versamenti avranno conseguenze più pesanti per i giovani, perché i primi contributi valgono molto di più per effetto della capitalizzazione. Ma il vero nodo sarà il peso che ogni Cassa darà ai fini dell’anzianità contributiva. Per i commercialisti, ad esempio, l’adesione rischia di non portare alcun vantaggio (se non quello di interrompere il decorso degli interessi e le procedure esecutive). «Il nostro regolamento - spiega il presidente Cnapdc, Walter Anedda - parla chiaro: il mancato versamento dei contributi anche solo parziale ha come effetto l’annullamento di tutto l’anno contributivo». In poche parole chi aderisce (versando al massimo il 35% del dovuto) rischia di perdere un intero anno di contribuzione, danneggiando anche l’anzianità contributiva.  La Cassa sta preparando una nota informativa agli iscritti. Che l’adesione non sarà massiccia lo pensa lo stesso Governo: a fronte di una massa di crediti da 1,2 miliardi, la stima di gettito indicata nella relazione tecnica è di soli 16 milioni.

Ma, comunque vada, il saldo e stralcio entra «a gamba tesa» sui bilanci delle Casse. Cassa forense ad esempio stima un minor gettito di 110 milioni e preannuncia una battaglia legale. Per Cipag (geometri) solo di sanzioni e interessi «ballano» 200 milioni.A  rischio pure le politiche antimorosità avviate, anche con la riduzione delle sanzioni. Una mossa in arrivo pure per Epap:  «È in previsione - annuncia il presidente Stefano Poeta - la totale revisione del regolamento sanzionatorio per rendere equo e disincentivante il ritardato pagamento». Oliveti, che è anche presidente Enpam, ne fa una questione di equità: «Il pensiero va a cosa potrà pensare chi ha regolarmente contribuito alla sua Cassa».
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