Crescono del 12% i contributi recuperati con l’attività di vigilanza
Il lavoro irregolare e, con esso, quello “in nero”, cresce con numeri sempre elevati, come riscontrato dagli ispettori del lavoro anche nel primo semestre di quest'anno. Ciò emerge dai dati aggiornati dell'attività di vigilanza relativi al semestre gennaio-giugno 2018, pubblicati dall'Ispettorato nazionale del lavoro (Inl).
I numeri sono abbastanza chiari e testimoniano che, malgrado i numerosi controlli sulla regolarità dei rapporti di lavoro, l'evasione e l'inosservanza al ben articolato quadro normativo fanno riscontrare ancora numerose attività svolte in violazione di legge. Infatti, a fronte di circa 90mila controlli, relativi ai vari aspetti e norme di tutela, le irregolarità raggiungono una media di oltre l'80%, diversamente articolata.
In dettaglio, gli ispettori hanno effettuato nel semestre circa 72mila accessi in materia di lavoro (assunzioni, orari e riposi, varie forme di tutele: minori, donne e lavoratrici madri, retribuzioni, ecc.) circa 10mila in materia previdenziale e 6.500 in ambito assicurativo (infortuni e malattie professionali).
Il tasso di irregolarità è molto elevato né, in prospettiva, con l'entrata in vigore del recente decreto legge 87/2018 (“decreto dignità”), che ha ulteriormente irrigidito la regolarizzazione dei rapporti già di per sé stessi precari (contratti a termine), è previsto che possa migliorare.
Soffermando l'attenzione sui dati riferiti al primo semestre 2018, risulta che la vigilanza lavoristica ha fatto segnalare il 65% di fenomeni di irregolari in materia di tutela dei rapporti di lavoro, che addirittura sale all'82% in materia di vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Si tratta di un valore abbastanza significativo atteso che la vigilanza in materia tecnica per gli ispettori del lavoro è svolta prevalentemente nel settore delle costruzioni. Le cose non vanno meglio nel settore previdenziale dove è stato riscontrato un tasso di irregolarità dell'81% ed ancora peggio nel settore delle assicurazioni dove il tasso di irregolarità ha toccato l'89 per cento.
Seppure non sia precisato nel documento dell'Inl, il così alto numero di irregolarità dovrebbe comprendere sia le irregolarità di natura sostanziale che abbiano determinato, cioè, un danno per il lavoratore e/o per gli Istituti competenti, che quelle formali. Comunque, i lavoratori trovati irregolari sono stati oltre 77mila, mentre quelli completamente in nero ammontano a oltre 20mila.
Sulle irregolarità sostanziali, in materia previdenziale ed assicurativa, gli ispettori hanno proceduto all'accertamento di oltre 620 milioni di euro di contributi evasi, di cui circa 170 milioni riferiti a prestazioni previdenziali concernenti fittizi rapporti di lavoro. Pertanto da una parte si hanno soggetti che i contributi non vogliono pagarli (lavoro in nero) dall'altra situazioni in cui, per fruire indebitamente di prestazioni (disoccupazione, assegni familiari, pensioni, indennità di maternità o malattia, eccetera) vengono denunciati rapporti di lavoro fittizi, ciò, in particolare, nei territori dove esistono agevolazioni o esenzioni contributive.
In conclusione, a fronte di una sostanziale coincidenza del numero degli accessi effettuati, nel primo semestre 2018 e quello corrispondente dello scorso anno, è stato riscontrato un aumento del 5% in merito alle irregolarità e di circa il 12% in merito ai recuperi contributivi, senza considerare le posizioni contributive annullate proprio per effetto dei rapporti fittizi.