Previdenza

La Cassa del notariato estende il welfare

Scarsa adesione ai piani sanitari integrativi al Sud, nelle Isole e tra gli over 80

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di Federica Micardi

La Cassa del notariato aumenta di 700mila euro i fondi destinati al welfare per il 2023, che ammontano in totale a 8,5 milioni. Il grosso della spesa, cioè 6 milioni, va nelle tutele sanitarie, mentre 2,5 milioni vengono destinati alle misure assistenziali per i giovani notai e allo sviluppo dell’attività professionale. In questa cifra rientra l’assegno di integrazione, concesso agli iscritti che non raggiungono un prefissato livello di repertorio. Per le domande di integrazione che saranno presentate nel corso del 2024 (relative alle entrate 2023), aumenta dal 40% al 60% la soglia massima di onorario medio nazionale che fa scattare per il notaio il diritto all'integrazione. In pratica, se l’onorario del notaio è inferiore al 60% dell’onorario medio nazionale, la differenza viene integrata dalla Cassa. La percentuale può arrivare, in casi particolari, al 90 per cento.

Il welfare sanitario è per la Cassa del notariato l’investimento più significativo, con tutele che coprono sia la spesa sanitaria corrente, sia eventi sanitari imprevisti e imprevedibili. Un aiuto che però viene colto in maniera differenziata a seconda delle aree territoriali e dell’età dell’iscritto. La fidelizzazione alla copertura sanitaria integrativa è prevalentemente radicata nel Nord Ovest (42,9% di adesioni) e nel Centro (46,2%) , mentre lo è poco nel Sud (27,9%) e nelle Isole (22,8%). Un altro dato che lascia perplessi è il poco interesse dei pensionati verso i piani sanitari integrativi: mentre i notai in procinto di andare in pensione sono attenti ad assicurare la loro salute (il 50% nella fascia di età 70-79 anni), dopo il pensionamento si regista prima un rallentamento e, poi, un’inversione di tendenza proprio in quella fase della vita dove il rischio sanitario è destinato ad aumentare.

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