Adempimenti

La chance della modifica per una tutela sui mutui

di Stefano Sirocchi

Dopo molti anni in cui il Tasso ufficiale di riferimento è stato fermo allo zero, con conseguente completa esclusione dalla tassazione degli interessi dei mutui e dei prestiti a tassi agevolati concessi direttamente dal datore di lavoro (o da questi coperti tramite l’erogazione di un contributo sugli interessi), il rialzo di tale tasso al 2,5% registrato a fine 2022, ha comportato pesanti ripercussioni in termini di maggiori imponibili fiscali e contributivi per quei lavoratori che hanno ricevuto benefit per un valore complessivo superiore a 3mila euro nel periodo di imposta 2022.

Questo problema si prospetta ancora più rilevante quest’anno per il trend rialzista dei tassi seguito dalla Banca centrale europea, peraltro particolarmente iniquo dal punto di vista fiscale con riferimento ai mutui a tasso fisso.

L’intervento

Per evitare sperequazioni tra dipendenti (con finanziamenti a tasso fisso o variabile), si potrebbe intervenire a livello legislativo, prevedendo che la differenza tra l’importo degli interessi calcolato al Tur e l’importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi finanziamenti, avvenga, nel caso dei mutui o prestiti a tasso fisso, con riferimento al Tur vigente al momento della concessione del prestito, mentre negli altri casi, al Tur vigente al termine di ciascun esercizio.

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