Contrattazione

Lavoro, tirocini a rischio se passa la stretta annunciata dal Governo

immagine non disponibile

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Nati con l’obiettivo di avvicinare formazione e lavoro, specie per i disoccupati, esplosi durante Garanzia giovani - in molti casi oggetto di abusi anche per beneficiare dei corposi incentivi previsti-, i tirocini extracurriculari (diversi da quelli “scolastici”, finalizzati a conseguire un titolo di studio) sono nel mirino del ministro del Lavoro, Andrea Orlando che prepara un giro di vite.

La manovra 2022 ha dato sei mesi di tempo a governo e regioni per emanare nuove linee guida che ridisegnino l’istituto che continua a crescere (nel quarto trimestre 2021, 92mila attivazioni, +32,7% sullo stesso periodo del 2020), ma anche a garantire uno sbocco occupazionale: oltre un tirocinio su due (il 55,7% nel periodo 2017-2020 risulta occupato, in un caso su tre con lo stesso datore di lavoro). Cinque i punti fermi indicati dal ministro Orlando: i tirocini extracurriculari vanno circoscritti ai soggetti con difficoltà di inclusione sociale. Si dovrà prevedere una «congrua indennità di partecipazione», con una durata massima e limiti numerici di tirocini attivabili in base alle dimensioni d’impresa. Terzo: al momento di attivazione del tirocinio bisognerà redigere un bilancio delle competenze, e al termine una certificazione delle competenze acquisite. L’attivazione di nuovi tirocini inoltre sarà vincolata all’assunzione di una quota minima di tirocinanti. Quinto: occorre prevenire e contrastare un uso distorto dell’istituto, con sanzioni per la mancata corresponsione dell’indennità di partecipazione da mille fino a 6mila euro.

Adapt è stata in prima fila nel denunciare gli abusi, ma adesso lancia l’allarme: «L’intervento sui tirocini extracurriculari non è chiaro - sottolinea Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione Adapt -. Ad una prima lettura sembrerebbe che il loro futuro sia destinato solamente ai soggetti con difficoltà di inclusione sociale. Altre parti del testo della legge di bilancio fanno riferimento ad aspetti che sembrano invece riguardare una platea più ampia. Questa confusione rischia di produrre linee guida che affossano completamente (ma senza un chiaro disegno) l’istituto o finiranno per non cambiare nulla». Sull’impatto della legge di Bilancio che ha circoscritto il tirocinio a strumento d’inclusione sociale è intervenuto ieri in audizione al Senato il presidente dell’Inapp, Sebastiano Fadda. «L’effetto più evidente consisterebbe in una drastica riduzione della platea dei potenziali destinatari della misura e in un netto calo dei tirocini attivati - ha detto Fadda-. L’entità della riduzione dipenderà dal modo in cui verrà interpretato il concetto di “soggetti con difficoltà di inclusione sociale”. Con un’interpretazione radicale, includendo in questa categoria solo i soggetti disabili e svantaggiati la contrazione sarà nettissima: nel periodo 2014-2019 i tirocini svolti da queste categorie rappresentavano appena il 12,8% del totale dei tirocini avviati. Il rischio è che diventino una sorta di via di fuga per chi non ha migliori opportunità di inserimento nel mercato del lavoro».

Tornando ai numeri, la stragrande maggioranza dei tirocini extracurriculari è concentrato nei Servizi (76,5% delle attivazioni del quarto trimestre 2021, +35,7% sull’anno); il 76,8% a favore di disoccupati o inoccupati (i tirocini promossi per persone fragili sono appena il 14,3% del totale). Guardando alle fasce d’età, la percentuale più alta di attivazioni riguarda i giovani tra i 25 e i 34 anni (61,2%); il 45,2% tra i 35 e i 44 anni, l’8% per gli ultrasessantenni. Tra 1 milione 315mila tirocini cessati nel periodo 2017-2020 il contratto di lavoro è a termine (50,8%), a seguire apprendistato (33%) e contratti a tempo indeterminato (10,7%).

«Il tirocinio per i giovani è la prima porta di ingresso nel mercato del lavoro - rileva Maurizio Del Conte, professore di diritto del Lavoro all’università Bocconi di Milano-, è opportuno intervenire contro gli abusi, specie sulla reiterazione continua di stage e sugli adulti. Tuttavia si rischia di “buttare il bambino con l’acqua sporca”, perché con i nuovi limiti si rinuncerebbe all’opportunità offerta ai giovani di costruirsi un curriculum spendibile per la carriera professionale, laddove i tirocini fossero costruiti in modo serio e secondo le finalità dell’istituto».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©