Possibile la verifica dell'obbligo di massimale contributivo
Entro l’estate Inps metterà a disposizione un’applicativo però solo con valore informativo
In arrivo dall'Inps il prospetto di sintesi sull'anzianità contributiva, che consentirà di verificare se un dipendente ha o meno accrediti contributivi ante 1996, al fine dell'applicazione del massimale contributivo sulla retribuzione. Tuttavia, questo nuovo strumento avrà validità informativa e non certificativa. L'applicazione è stata presentata in anteprima dall'Inps al Festival del lavoro in corso di svolgimento a Bologna ed è frutto anche dell'interlocuzione dell'istituto di previdenza con i consulenti del lavoro, come sottolineato da Giovanni Marcantonio, segretario del consiglio nazionale dell'Ordine.
Obiettivo: ridurre il margine di incertezza relativo alla storia contributiva dei dipendenti, che in passato ha determinato l'invio, da parte dell'istituto, di richieste di versamento di contributi arretrati, con relative sanzioni, per errata applicazione della norma contenuta nell'articolo 2, comma 18, della legge 335/1995. Questo perché, in assenza di strumenti di verifica attendibili, il datore di lavoro deve fare affidamento solo su quanto dichiarato dal lavoratore in relazione alla sua storia contributiva, ma purtroppo nemmeno l'interessato è a conoscenza di contributi versati a suo favore o della rilevanza di alcune operazioni, come le richieste di riscatto.
Il prospetto di sintesi sull'anzianità contributiva, secondo quanto illustrato da Maria di Palma, dirigente area posizione assicurativa presso la direzione centrale entrate Inps, analizza le informazioni contenute nei diversi archivi, incluse quelle relative alle Casse di previdenza privatizzate, l'attività all'estero nel caso in cui il lavoratore ne abbia chiesto il riconoscimento in Italia e fornisce un riscontro in cui viene indicato il primo contributo obbligatorio o, in sua assenza, quello figurativo ante 1996, nonché della data di presentazione di eventuali domande di accredito o riscatto o di opzione al contributivo. Escluse, invece, le informazioni di archivi non ancora telematizzati tra cui, ad esempio, l'attività svolta all'estero ante 1996 o le domande di riscatto o accredito presentate in formato cartaceo nella gestione previdenziale dei dipendenti pubblici.Per questi motivi, la risposta fornita dal sistema avrà solo valore informativo e non certificativo e il datore di lavoro dovrà comunque chiedere una dichiarazione al dipendente.
L'applicazione attingerà ai diversi archivi ma minimizzando l'estrazione delle informazioni alla sola finalità di applicazione o meno del massimale contributivo. Vi si potrà accedere tramite cassetto previdenziale, da parte del datore del lavoro o degli incaricati a svolgere gli adempimenti. Sarà necessario indicare codice fiscale dell'azienda e del lavoratore rispetto al quale dovrà essere presente almeno l'unilav di prima comunicazione o un uniemens. Nel caso degli intermediari, l’azienda dovrà risultare ufficialmente in delega all’intermediario delegante. Secondo quanto affermato dall'Inps, la procedura dovrebbe essere utilizzabile entro l'estate e successivamente verrà estesa ai dipendenti pubblici.