Tributaristi, controller e Dpo: così si ottiene il sigillo della qualità
Puntare su trasparenza e professionalità. E distinguersi dai competitor, offrendo competenze e prestazioni in linea con gli standard di mercato. Sono le motivazioni che spingono sempre più professionisti - in particolare quelli rientranti nelle categorie non ordinistiche - a ricercare un “bollino di qualità” in grado di attestare, attraverso una certificazione ad hoc, il possesso delle qualifiche necessarie a svolgere una determinata attività.
Dal tributarista all’amministratore di condominio, dall’agente immobiliare al data protection officer, fino all’esperto nel controllo di gestione e al perito assicurativo: sono decine i profili che possono ambire ad ottenere - su base volontaria - un certificato di conformità rispetto alla normativa di riferimento.
Le norme Uni
L’organismo preposto alla scrittura delle specifiche tecniche nel nostro Paese è l’Uni, ente italiano di unificazione, che rappresenta l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (Cen) e mondiale (Iso). Le norme Uni definiscono le caratteristiche di prodotti e processi, ma si occupano anche di qualificare le attività professionali “non regolamentate”: su questo fronte rappresentano il quadro di riferimento per il rilascio - da parte di un organismo accreditato e su richiesta del singolo professionista (legge 4/2013, articolo 9) - della certificazione di conformità alle stesse. In ogni caso, non si tratta di norme abilitanti: la loro applicazione è volontaria (salvo rinvio formale da parte di una norma cogente).
Al momento, in base ai dati forniti dall’Uni (aggiornati a maggio 2019), sono 56 le professioni per le quali è stata elaborata una specifica norma, a cui si aggiungono 18 prassi di riferimento (PdR), documenti para-normativi propedeutici alla successiva elaborazione di una norma Uni. Tra le ultime professioni ad essere state qualificate, quest’anno, ci sono il progettista sociale e il carpentiere di elementi e strutture di legno; tra le prassi elaborate, invece, c’è quella relativa ai profili del food&beverage management.
I requisiti di conformità
Ma cosa si richiede a un professionista per essere conforme a una norma Uni? Il punto di riferimento è il Quadro europeo delle qualifiche (Eqf), che pone l’accento non tanto sul percorso formativo seguito, quanto sul risultato finale dell’apprendimento, ovvero su “conoscenze, abilità e competenze” acquisite (Ksc - Knowledge, skills and competence). Le norme Uni, quindi , definiscono le attività svolte dalla figura professionale, precisando compiti e prestazioni.
Per fare qualche esempio, al tributarista (Uni 11511:2013) si chiede - oltre al possesso delle conoscenze normative necessarie - di saper pianificare l’impianto contabile per il cliente, elaborare studi di fattibilità economico-finanziaria, esaminare possibilità di trasformazione, fusione/scissione, modifiche statutarie. Il data protection officer (Uni 11697:2017) - figura molto richiesta dopo l’entrata in vigore del Gdpr - deve invece conoscere, tra l’altro, best practice e standard relativi all’information security management, utilizzare metodi di data mining, avere competenze sulla gestione dei database e condurre audit per la minimizzazione dei rischi (si veda la scheda in basso).
La certificazione
Il professionista interessato ad acquisire la certificazione deve rivolgersi a un organismo accreditato (Iso/Iec 17024) che gli fornirà informazioni utili al processo di verifica delle competenze e la documentazione relativa ai requisiti per ottenere il “bollino” di qualità. Il processo di valutazione avviene mediante prove scritte, orali, pratiche. Ad attestare competenza, indipendenza e imparzialità degli organismi di certificazione è Accredia, l’ente italiano di accreditamento, che mette a disposizione sul proprio sito una banca dati, in continuo aggiornamento, delle figure professionali certificate. Al momento, ad esempio, risultano registrati: 1.523 tributaristi, 1.344 amministratori di condominio, 528 data protection officer.
Per quanto riguarda i costi della certificazione - che di solito ha durata triennale (con eccezioni) - le spese per le prove (istruzione domanda, scritti ed orali) e per l’iscrizione al registro si aggirano tra i 300 e mille euro (Iva esclusa), in base a professione e tipologia di verifiche, mentre per il mantenimento annuale si spendono tra 100 e 200 euro.