Sugli impieghi l’Economia apre alle Casse private
Presto un incontro tra ministero dell’Economia e enti di previdenza privati; sul tavolo il regolamento sugli investimenti e il possibile impegno del patrimonio delle Casse in economia reale. L’invito è arrivato ieri dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta durante la presentazione del quarto rapporto Adepp sugli investimenti.
L’appuntamento è fissato una volta concluso l’iter della legge di Bilancio. «Le Casse sono soggetto privato con responsabilità pubblica, ma anche un soggetto economico - afferma Baretta - e può esserlo ancora di più se gli enti lavorano in sinergia tra di loro, anche in relazione ad investimenti pubblici».
Un’apertura importante, secondo il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti, che intende portare al tavolo di confronto anche il tema del Codice degli appalti: «In un sistema come quello degli investimenti finanziari che richiede decisioni veloci - spiega - il Codice degli appalti impone una rigidità che non va a vantaggio dell’utente».
Il nuovo esecutivo apre ai professionisti invitandoli a un confronto costante e costruttivo. Per il sottosegretario al ministero del Lavoro Francesca Puglisi «questo governo intende segnare una discontinuità nel rapporto coi liberi professionisti, l’impegno è di un dialogo continuo con tutti voi». Tra i temi che il Lavoro intende affrontare ci sono le nuove generazioni e il welfare: a questo proposito per Puglisi «una fiscalità di vantaggio andrebbe incoraggiata».
L’apertura al dialogo dei ministeri vigilanti del sistema della previdenza privata (in primis Economia e Lavoro) lascia ben sperare. E sulla necessità di sistematizzare il tema delle verifiche è intervenuto il presidente della Commissione parlamentare per il controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale Sergio Puglia: «Sono nove anni che il regolamento investimenti è bloccato, perché ci sono dei problemi che le Casse hanno rilevato e che non sono stati completamente recepiti: è arrivato il momento trovare una soluzione. Così come - prosegue Puglia - è necessario trovare una strada per incentivare gli investimenti in economia reale perché i tentativi fatti finora non hanno prodotto risultati».
Per il senatore Puglia il regolamento potrebbe essere anche l’occasione per razionalizzare i controlli sulle Casse. Un tema sollevato da Alberto Oliveti: « Tra controlli interni di sindaci e società di revisione e controlli esterni di ministeri, dipartimento della funzione pubblica, Corte dei conti, Covip, Anac, Commissione di vigilanza e Agenzia digitale la nostra attività ne esce ingessata».
Nel commentare i dati del Rapporto Adepp presentato ieri, Oliveti ricorda che il 2018 è stato, insieme al 1929 e al 2008, uno degli anni peggiori per la finanza mondiale. Un andamento che ha pesato sulla crescita del capitale delle Casse - oggi pari a 87 miliardi - che nell’anno appena concluso si attesta intorno al 2% contro una media del 6 per cento. «Va però aggiunto - prosegue Oliveti - che nel primo semestre dell’anno in corso le perdite finanziarie sono state recuperate». In particolare nel 2018 il patrimonio è cresciuto di 1,67 miliardi, tenendo conto della differenza tra il saldo previdenziale pari a 3,43 miliardi, e il rendimento netto, negativo per 1,76 miliardi.
In merito agli immobili posseduti dalle Casse, Oliveti ricorda l’eredità con cui le Casse istituite con il Dlgs 509/94 hanno dovuto fare i conti. «Enpam, l’ente dei medici che dirigo - ricorda Oliveti - all’atto della privatizzazione aveva il 92% del capitale investito in immobili da affittare obbligatoriamente ad equo canone o a particolari soggetti, come le forze dell’ordine. Ci vuole tempo per dismettere un simile patrimonio senza rimetterci».
Una realtà confermata dal presidente della Covip, Mario Padula, che però sottolinea come sia molto diversificata la realtà delle singole Casse, che non sempre dipende dal passato, e porta l’esempio di Enpapi (infermieri), Cassa nata nel 1996 con il Dlgs 103 che ha nel proprio patrimonio il 60% di immobili. «Ci sono differenze che rilevano una questione - afferma Padula - e cioè l'assenza di un quadro regolamentare cogente».