I lavoratori in somministrazione più resilienti anche in pandemia
Il mercato del lavoro è profondamente cambiato nell’ultimo decennio: se nel 2011, in piena grande crisi economico-finanziaria, ancora un lavoratore su due non indicava cambiamenti rilevanti, con il Covid la situazione è radicalmente mutata. Complice l’avvento sempre più massiccio del digitale e di Industria 4.0, quasi 7 lavoratori su 10 hanno vissuto i cambiamenti in prima persona, e le transizioni occupazionali sono divenute più frequenti. E chi, durante la fase più acuta della pandemia, ha mostrato “maggior resilienza” rispetto al totale della popolazione occupata sono stati i lavoratori in somministrazione.
A rivelarlo è la prima, inedita, ricerca realizzata da Ipsos, su un campione di quasi 2.500 intervistati, tra popolazione occupata, somministrati e candidati alle selezioni, che viene presentata questa mattina all’Assemblea pubblica di Assolavoro, l’Associazione nazionale delle Agenzie per il Lavoro, che rappresenta oltre l’85% del settore, alla presenza, tra gli altri, di Tiziano Treu (quest’anno cade il 25esimo anniversario del “pacchetto Treu” che ha sdoganato la somministrazione lavoro, ndr).
La situazione lavorativa
Alla domanda su come è cambiata la situazione lavorativa, tra la popolazione le risposte fanno emergere un quadro di sostanziale compensazione tra quanti indicano di aver perso il lavoro (9%) e quanti segnalano di averne trovato uno (8%), mentre sono rimasti nella medesima condizione precedente di occupati nel 53% dei casi e di non occupati nel 30%. Tra coloro che hanno continuato a lavorare, tuttavia, nel 36% dei casi si è assistito a una riduzione di orario o a interruzioni di lavoro nel corso della pandemia che hanno determinato, in un caso su due, l’attivazione di forme di sostegno al reddito. Gli ammortizzatori sono stati pagati puntualmente, senza ritardi, nel 43% dei casi.
I somministrati
Quadro diverso per i somministrati: il saldo tra quanti hanno perso e quanti hanno trovato un lavoro tramite Agenzia è infatti positivo (+8%, contro il -1% della popolazione). Maggiore soddisfazione anche rispetto alla puntualità di erogazione di stipendi e sussidi. Un risultato ottenuto, verosimilmente, grazie all’attivazione dell’intero settore che ha consentito, con gli enti bilaterali, gli accordi tra Assolavoro e sindacati, la disponibilità delle singole Agenzie, di erogare senza mai un ritardo sia gli stipendi sia le varie forme di sostegno al reddito. Esperienza che sono valse anche uno speciale riconoscimento da parte dell’Ocse.
La bilateralità
Più in generale dalla ricerca emerge che chi ha un contatto diretto con una Agenzia per il Lavoro acquisisce consapevolezza degli elementi di tutela e di garanzia quali la parità di trattamento retributivo, il welfare aggiuntivo finanziato attraverso l’ente bilaterale Ebitemp, la formazione mirata garantita con Formatemp, le opportunità di un più veloce impiego stabile o comunque di un reimpiego a conclusione del contratto. Temi sui quali la popolazione diffusa ha meno contezza. Ma i numeri sono piuttosto chiari. Nel 2021, Ebitemp ha speso in welfare 10,3 milioni erogando prestazioni a oltre 22.700 lavoratori. Sempre lo scorso anno, Forma.Temp ha erogato, per ammortizzatori, 42 milioni di euro per garantire più di 85mila trattamenti, e 12 milioni per altre forme di sostegno al reddito a vantaggio di 12mila lavoratori. Non solo. Nel 2021 sono state erogate 2 milioni e 100mila ore di formazione, suddivise per 54mila corsi, e una platea di beneficiari di 330mila corsisti. Nel 2021, nonostante il Covid, il numero medio di somministrati su base mensile ha raggiunto il picco storico di oltre 525mila occupati a novembre 2021. Tra questi oltre 110mila hanno un contratto a tempo indeterminato con una Apl (vale a dire uno su quattro). E quasi un occupato su due ha meno di 35 anni (46,9%).
La ri-occupazione
Questo perché le Agenzie per il Lavoro hanno saputo intercettare meglio i cambiamenti; e mostrano particolare efficienza nel gestire le transizioni occupazionali. I somministrati che sono rimasti occupati durante la pandemia si sono attestati al 39%, e nel 43% dei casi hanno mantenuto un lavoro perché hanno avuto la possibilità di cambiare azienda (contro appena il 6% della popolazione). Come confermato anche da una ricerca realizzata da Assolavoro assieme all’università di Roma Tre, nel 2020 un lavoratore proveniente da una esperienza in somministrazione nell’83% dei casi è transitato a un nuovo contratto entro sei mesi dalla cessazione (contro il 67% dei casi di lavoratori direttamente assunti da un’azienda).
Il ruolo dell’agenzia
L’importanza della presenza dell’Agenzia nell’accompagnare il lavoratore verso una nuova esperienza lavorativa emerge anche se ci si focalizza su un periodo di tempo più ravvicinato alla cessazione del contratto di provenienza: nel 2020 ad un mese dal termine di un contratto alle dirette dipendenze di un’azienda solo il 44% dei lavoratori trova un nuovo impiego, mentre nel caso della somministrazione questa percentuale è molto più elevata, pari al 61%. E ancora: il 60,9% dei somministrati a termine entro 30 giorni dalla scadenza del contratto ha una nuova opportunità lavorativa. Percentuale che sale a oltre il 74% dopo 90 giorni.
Un sistema integrato
«In un mercato del lavoro in rapida evoluzione ed attraversato da cambiamenti tanto epocali quanto repentini la stabilità economica delle persone va garantita - evidenzia Agostino Di Maio, direttore generale di Assolavoro - assicurando giuste retribuzioni e servizi per il lavoro efficaci e moderni capaci sia di accompagnare i lavoratori nelle transizioni che aggiornando costantemente le loro competenze. La lettura formalistica delle tipologie contrattuali rappresenta l’ultima linea Maginot per chi non vuole fare i conti con la realtà e, in ultima analisi, il cambiamento. Le Agenzie per il Lavoro di Assolavoro grazie a un sistema integrato di servizi, la disponibilità di ampi database di candidati, la capacità di rispondere tempestivamente alle richieste delle imprese sono un tassello essenziale della rete per il lavoro di qualità. La formazione è la leva competitiva più importante per noi; quella delle Agenzie in Italia è una best practice riconosciuta sul piano internazionale».