L'esperto rispondeRapporti di lavoro

Inquadramento coniuge socio unico e amministratore

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di Antonio Carlo Scacco

La domanda

L'amministratore unico, nonchè unico socio di una srl che esercita attività di natura industriale, si avvale nell'ambito dell'attività di impresa della collaborazione del coniuge. E' possibile inquadrare tale rapporto come subordinato? In caso contrario, è possibile gestirlo come un contratto di collaborazione coordinata e continutiva D.Lgs. 81/2015?

La regola generale è che le prestazioni lavorative rese da familiari all'interno della azienda si presumono, di regola, a titolo gratuito. Sia la giurisprudenza che la prassi (ad es. circolare Inps 179/1989) confermano tale regola ma ammettono la prova contraria, purché rigorosa, desunta dalla sussistenza di svariati elementi (uno di questi è l'accertato difetto di convivenza degli interessati). Nelle società di capitali, quali la SRL indicata nel quesito, la dimostrazione della sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato genuino è sicuramente più facile, come ricorda lo stesso Inps nella predetta circolare:“per i lavoratori legati da vincoli di coniugio, parentela o affinità con soci amministratori ovvero soci di maggioranza di società di capitali, in via generale il rapporto di lavoro può essere convalidato in quanto il rapporto stesso intercorre con le società e non con i singoli soci.”. Pertanto è possibile inquadrare il coniuge con contratto di lavoro subordinato, sussistendone i requisiti (sottoposizione al potere direttivo e controllo dell'organo sociale, osservanza di un orario di lavoro, applicazione dei relativi CCNL ec.).

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