Il comportamento che deride e umilia un collega per una sua menomazione fisica consiste in un'offesa alla dignità personale e può configurare una doppia discriminazione per ragioni di genere e di disabilità, tale da giustificare ampiamente il licenziamento per giusta causa. La previsione contrattuale di una sanzione espulsiva non è vincolante per il giudice, il quale deve valutare la proporzionalità della condotta alla luce della nozione legale di giusta causa.
I fatti di causa e il giudizio di merito
Un dipendente, assunto da una società per azioni in epoca antecedente al marzo 2015 con mansioni di esattore, veniva licenziato nel gennaio 2020 in relazione a due contestazioni disciplinari, aggravate dalla recidiva.
Il lavoratore impugnava il licenziamento davanti al Tribunale di Frosinone, competente quale giudice di prime cure con osservanza del rito c.d. "Fornero", deducendo la natura asseritamente ritorsiva del recesso datoriale, chiedendo pertanto l'applicazione in suo favore delle tutele previste...
Il decreto comparti al setaccio delle istruzioni Inps
di Mauro Marrucci