Previdenza

Progetto di legge contro l’obbligo della gestione separata

immagine non disponibile

di Federica Micardi

L'iscrizione forzata e retroattiva dei liberi professionisti alla gestione separata Inps, anche se iscritti alla Cassa di previdenza di categoria (cosiddetta operazione Poseidone), è una questione aperta da anni, che coinvolge migliaia di professionisti tra cui ingegneri, avvocati e commercialisti.

Recentemente sia il tribunale di Catania che il tribunale di Rieti hanno chiamato in causa la Corte costituzionale chiedendo un giudizio di legittimità. E sono in ballo cifre importanti, perché - spiega l'avvocato Chiara Mestichelli, del Foro di Rieti - se un accertamento medio è intorno ai 10mila euro per annualità, tra contributi, sanzioni e interessi, in alcuni casi si arriva a 35-40mila euro.

Sul fronte politico, il Partito democratico si è attivato da tempo per cercare una soluzione e nel 2019 ha presentato una proposta di legge (A.C. 1823) che integra la disposizione dell’articolo 18, comma 12, della legge 111/2011, norma interpretativa dell’articolo 2, comma 26, della legge 335/1995, in materia di obbligo di iscrizione per alcune categorie di lavoratori alla gestione separata dell’Inps. Il tema torna oggi di stretta attualità, riferisce l'avvocato Chiara Mastichelli (che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della doppia iscrizione a una Cassa e all'Inps gestione separata) perché l'Inps – «dopo la pausa Covid ha ripreso le aggressioni economiche nei confronti dei liberi professionisti e, nel dicembre 2021, abbiamo assistito all'emissione di numerosissimi avvisi di addebito rivolti a liberi professionisti iscritti ad Albi con riferimento all'attività 2014».

L'obbligo di iscrizione alla gestione separata

La legge 335/1995 ha previsto che a partire dal 1° gennaio 1996, chi produce reddito da lavoro autonomo e non è tenuto al versamento della relativa contribuzione ad altra Cassa professionale deve iscriversi alla gestione separata Inps. A seguito di un cospicuo contenzioso, nel 2011 è stata pubblicata la legge 111, che ha interpretato l'articolo 2 della legge 335/1995. Un'interpretazione, però, che ha lasciato comunque spazio alla doppia iscrizione alla Cassa di categoria e all'Inps. Da qui l'integrazione proposta nella proposta di legge 1823 che va ad aggiungere alla legge 111/2011 un inciso in cui viene esplicitato che non possono essere iscritti alla gestione separata Inps i liberi professionisti che appartengono a categorie dotate di una propria cassa di previdenza alla data di entrata in vigore della legge 335/1995, con riferimento ai redditi percepiti per lo svolgimento di attività previste dal rispettivo albo professionale.

Perché un intervento normativo

La proposta di legge– spiega Antonio Viscomi, capogruppo dem in commissione Lavoro e secondo firmatario della Pdl– si è resa necessaria perché di fronte all'operazione Poseidone messa in campo dall'Inps la giurisprudenza ha assunto un atteggiamento incerto per quanto riguarda la giurisprudenza di merito, consolidato per quanto riguarda la Cassazione la cui giurisprudenza diventa diritto vivente. Mentre i tribunali si pronunciano in ordine sparso, per la Cassazione se la Cassa di previdenza in base al proprio regolamento non prevede versamenti contributivi su determinate attività, scatta l'obbligo di iscrizione all'Inps (Cassazione 30344/17; 30345/17; 1172/18; 2282/18; 1643/18; 32166/18).
«Sulla proposta di legge – spiega la prima firmataria Debora Serracchiani, presidente del Gruppo Pd alla Camera - c'è l'accordo unanime di tutte le rappresentanze politiche di governo e opposizione, questo ha consentito una procedura accelerata in Commissione e come gruppo del partito democratico lo abbiamo indicato in quota tra le calendarizzazioni da mettere all'attenzione dell'aula. Ora – prosegue Serracchiani – questa iniziativa legislativa che è al calendario dell'aula, è però ferma perché non riusciamo ancora a trovare una condivisione con il Mef sugli aspetti finanziari di questa proposta di legge che ha dei riflessi sul bilancio dello Stato, si sta cercando un punto di caduta che ci permetta di approvare la proposta di legge quanto prima». «Quantificare il reale valore di questa operazioni è impossibile - aggiunge Viscomi - ma si parla di cifre rilevanti, che l'Inps fa rientrare nel bilancio dello Stato».

La posizione dell'Adepp

Sul tema è intervenuto, con un comunicato stampa anche il presidente Adepp, – l'associazione che rappresenta le Casse di previdenza dei professionisti Alberto Oliveti: «Prendo atto con soddisfazione dell'interesse del mondo della politica per le problematiche della previdenza privata. Auspico che il confronto su temi che riguardano così da vicino i nostri iscritti e le stesse Casse di previdenza privata sia sempre più costruttivo per rispondere in modo più efficace alle specifiche e diversificate esigenze delle professioni».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©