Rapporti di lavoro

Il ritorno dei voucher: dopo l’allargamento nel turismo, fiere eventi e congressi

Dopo l’allargamento stabilito con la manovra 2023, i buoni potranno essere usati fino a 15mila euro per impresa in alcuni settori

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di Valentina Melis e Serena Uccello

Si allenta progressivamente la stretta sui buoni lavoro avviata nel 2017 per limitare il perimetro delle prestazioni occasionali retribuite con i voucher. Dopo le deroghe introdotte dal Governo Meloni con la legge di Bilancio 2023 per turismo e agricoltura, ora il decreto Lavoro (Dl 48/2023) amplia l’uso dei voucher in altri settori: congressi, fiere, eventi, stabilimenti termali e parchi di divertimento. In questi ambiti, l’uso dei buoni lavoro sarà ammesso fino a 15mila euro all’anno di compensi, per ciascun utilizzatore, in riferimento a tutti i prestatori (per le altre imprese il tetto dei compensi ammessi con il contratto di prestazione occasionale è di 10mila euro). Inoltre, negli stessi settori, i voucher potranno essere impiegati dagli utilizzatori che hanno fino a 25 dipendenti assunti a tempo indeterminato (anziché 10, come previsto per le altre imprese). In base a ciò che si può desumere dalla formulazione dell’articolo 37 del decreto, le imprese degli ambiti considerati sarebbero 8.909, delle quali 5.729 hanno fino a 25 dipendenti (elaborazione UnionCamere-Infocamere su dati Registro imprese e Inps).

L’ampliamento precedente

Sia il tetto dei compensi ammessi per l’uso dei voucher, sia il numero massimo dei dipendenti, per tutti i settori economici, erano stati già innalzati per il 2023 dall’ultima legge di Bilancio (legge 197/2022, articolo 1, comma 342).

La stessa legge ha introdotto una formula particolare di lavoro subordinato occasionale a tempo determinato in agricoltura (fino a 45 giorni all’anno per lavoratore), valida nel 2023 e nel 2024, e ha eliminato alcuni vincoli per l’uso dei voucher nelle imprese del turismo (si veda Il Sole 24 Ore del 28 novembre 2022).

La stretta del 2017

Sei anni fa era stata invece introdotta una stretta sul lavoro retribuito con i voucher : il Dl 50/2017 ha disciplinato il «Contratto di prestazione occasionale» per gli utilizzatori che non siano persone fisiche e il «Libretto famiglia» per i piccoli lavori domestici, dopo anni nei quali l’uso dei buoni lavoro cartacei da 10 euro all’ora aveva raggiunto livelli monstre (ancora nel 2016 i lavoratori coinvolti erano stati 1,76 milioni) e dopo la minaccia di un referendum da parte sindacale.

La procedura di impiego dei buoni lavoro è stata così ancorata a una piattaforma telematica che ne consente la tracciabilità e che impone il pagamento con l’intermediazione dell’Inps. Il compenso ai prestatori occasionali è di 10 euro all’ora (comprensivi di contributi, assicurazione Inail e oneri di gestione) per i “lavoretti” in ambito domestico, di giardinaggio, pulizia, manutenzione, baby sitting, lezioni private (Libretto famiglia) e di nove euro all’ora nelle imprese (Contratto di prestazione occasionale, che esclude l’edilizia e gli appalti). Queste regole non cambiano con il Dl Lavoro.

Il numero dei lavoratori retribuiti con i voucher è fortemente diminuito dopo la riforma. Nel 2022 hanno avuto il Contratto di prestazione occasionale 47.509 prestatori, mentre sono stati 23.602 quelli coinvolti dal Libretto famiglia.

Il punto di vista dei sindacati

Secondo la Cisl, se è vero che l’impatto della norma sui voucher sul mercato del lavoro è ridotto - data la platea circoscritta di lavoratori coinvolti - è tuttavia poco convincente l’approccio: cioè l’intervento a pezzi. «Prima - spiegano da via Po - c’è stato l’innalzamento dei compensi ammessi da 5mila a 10mila euro, ora un ulteriore aumento a 15mila euro e l’allargamento a settori che prima non c’erano. Vedremo se hanno in mente di intervenire un pezzetto alla volta».

Sulla stessa linea la Cgil, che considera il testo più attraversato dall’obiettivo di «aggiustare, cancellare, limare, che dalla volontà di operare un vero riordino». Per il sindacato, non convince la logica di interventi normativi «che sembrano più rispondere alle sollecitazioni dei singoli settori produttivi che a un’idea complessiva di riforma del mercato del lavoro». Da un lato, dunque, c’è il timore che «aperta una maglia poi questa si possa allargare», dall’altro che «in questo modo venga eroso il lavoro stagionale, progressivamente sostituito da quello occasionale».

Gli ultimi interventi sui voucher

Compensi

Ammessi 10mila euro (15mila nelle fiere)

Le prestazioni di lavoro occasionale remunerate con i voucher sono ammesse per ciascun utilizzatore, e per la totalità dei prestatori, entro 10mila euro di compensi all’anno. Questa soglia è stata portata da 5mila a 10mila euro con la legge di Bilancio 2023 (legge 197/2022, articolo 1, comma 342). Il Dl lavoro la innalza a 15mila euro per gli utilizzatori che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento.

Agricoltura

Le prestazioni
per 45 giorni all’anno

Per le prestazioni di lavoro occasionale in agricoltura, la legge di Bilancio 2023 ha sostituito il regime dei voucher (prima consentito per alcune categorie), con una formula valida per il 2023 e il 2024 che prevede un numero massimo di 45 giornate annue per lavoratore, retribuite sulla base dei contratti collettivi nazionali e provinciali di lavoro. Possono essere impiegati disoccupati, percettori di sussidi, pensionati, giovani under 25, detenuti.

Turismo

Niente vincoli
sui prestatori

La legge di Bilancio 2023 ha eliminato due vincoli per l’uso dei buoni lavoro nel turismo: innanzitutto, possono usarli le imprese che occupano fino a dieci lavoratori subordinati a tempo indeterminato (anzichè otto, come prima previsto). Possono poi essere impiegati tutti i prestatori, e non solo (come fino al 2022) pensionati, under 25, disoccupati, percettori di prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito.

Fiere e parchi

Deroga per chi ha
fino a 25 dipendenti

Oltre a innalzare a 15mila euro i compensi annuali ammessi per ciascun utilizzatore di buoni lavoro nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento, il Dl 48/2023 ammette l’uso dei voucher, negli stessi settori, per gli utilizzatori che occupano fino a 25 lavoratori stabili (anziché 10, come per le altre imprese: soglia elevata da cinque a dieci dipendenti dalla legge di Bilancio 2023).

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